Dalla Shoah a Hamas
Le incredibili storie dei reduci dai campi nazisti assassinati nei kibbutz
In Europa non si parla di come Hamas abbia fatto strage di sopravvissuti mentre Israele è stato trasformato nel nuovo nazismo: un mondo capovolto
Fra le vittime di Settembre Nero nell’attentato del 1972 a Monaco c’erano anche sopravvissuti o figli di sopravvissuti alla Shoah: la madre di Ze’ev Friedman aveva perso tutti a Treblinka, il campo che in pochi mesi ghermì le vite di centinaia di migliaia di ebrei di tutta Europa; Yakov Springer era uno dei pochi sopravvissuti della rivolta nel ghetto di Varsavia del 19 aprile 1943; Eliezer Halfin era figlio di ebrei lituani a cui i nazisti avevano ucciso venti familiari. Ancora, trent’anni dopo: il 27 marzo 2002 un terrorista di Hamas entrò al Park Hotel di Netanya, sulla costa israeliana mentre si festeggiava la Pasqua ebraica. Il kamikaze azionò il detonatore: l’esplosione devastò la hall, il soffitto crollò per metà, sul pavimento un tappeto di sangue e resti umani. Tra le vittime, Eliezer Korman, che era nato in Polonia e allo scoppio della Seconda guerra mondiale era fuggito con la famiglia a est, in Siberia, presagendo l’imminente catastrofe. Dopo la guerra aveva cercato la sua famiglia in Germania, in Austria e in Italia, ma erano stati tutti inceneriti. Nell’hotel morirono altri sopravvissuti, come George Yakobovitch, Eva ed Ernest Weiss, Frieda Britvich e Sara Levi Hofman, scampata ad Auschwitz, dove aveva perduto il marito e una bambina di quattro anni. Ma di essere rastrellati di casa in casa, in Israele, come è avvenuto il 7 ottobre, i sopravvissuti alla Shoah non avrebbero mai potuto nemmeno pensarlo.
Gina Semiatichova viveva nel kibbutz di Kisufim. I terroristi di Hamas l’hanno trascinata dal rifugio al soggiorno, dove l’hanno uccisa con una pallottola alla testa. Il Memoriale di Terezín ha riportato la sua morte. È soltanto una dei molti sopravvissuti alla Shoah che hanno perso la vita il 7 ottobre. Anche la vita di Moshe Ridler è finita più o meno com’era iniziata. Ridler, 91 anni, che da ragazzo fuggì da un campo di concentramento nazista, dove la madre e la sorella morirono di tifo, è stato assassinato nel kibbutz di Holit con il suo badante moldavo, Petro Bosco, e altri undici civili. Al canale Dodici israeliano, gli anziani sopravvissuti all’Olocausto hanno raccontato storie strazianti del giorno dell’attacco: i loro fragili corpi a fermare le porte per ore per tenere fuori i terroristi, la vista dei vicini strappati dalle case da uomini armati, le uccisioni nei giardini.
Per i 146 mila anziani sopravvissuti all’Olocausto, “l’attacco è stato particolarmente traumatizzante”, ha affermato Limor Livnat, ex ministro e presidente della Fondazione delle vittime dell’Olocausto. Zvi Solow, 89 anni, vive nel kibbutz di Nirim dal 1959 dopo essere scampato in Polonia ai rastrellamenti nazisti ed essersi rifugiato in Italia, poi in Grecia e infine nella Palestina mandataria britannica. Il 7 ottobre, Zvi ha tenuto chiusa per ore la porta della stanza sicura, mentre Hamas attaccava la sua comunità. Tsili Wenkert, 82 anni, è sopravvissuta in un ghetto della Transnistria. Suo nipote, Omer, è stato rapito da Hamas al festival musicale vicino a Re’im. Dov Golebowicz, 92 anni, fuggito dalla Polonia, si è nascosto nella panic room a Nirim, dove vive da 70 anni. “Questo è un secondo Olocausto per me”, ha detto la sopravvissuta Ruth Haran, 87 anni. Suo figlio e altri due membri della famiglia sono stati uccisi da Hamas. Altri sette membri della famiglia, tra cui la figlia, i nipoti e i pronipoti, tra i tre e gli otto anni, sono stati rapiti. Quasi non se ne parla, in Europa, di come Hamas abbia fatto strage di sopravvissuti, mentre Israele è stato trasformato nel nuovo nazismo. Un mondo capovolto.
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