"Un paese bellissimo"

L'intervista satirica della Bbc al leader di Hamas Sinwar

Paola Peduzzi

Un altro sketch imperdibile della trasmissione israeliana "Eretz Nehederet". La giornalista intervista il capo di Hamas che si rammarica perché tutti i civili sono andati via da Gaza ed è rimasto senza scudi umani, che ingiustizia!

In un’intervista di parecchi anni fa, Muli Segev, il creatore e produttore di “Eretz Nehederet”, il programma satirico più popolare di Israele che viene paragonato al “Saturday Night Live” americano, diceva che “quando le società vivono in uno stato d’emergenza permanente, spesso tendono ad avere un pensiero uniforme, un pensiero monolitico, quasi totalitario. In Israele, la democrazia fiorisce persino troppo e la satira non ha limiti, puoi dire quello che vuoi, in prima serata”. In queste settimane di lutto e guerra e macerie e migliaia di morti e riconoscimenti di cadaveri e appelli per liberare gli ostaggi, “Eretz Nehederet”, che vuol dire “un paese bellissimo”, è un rifugio, con  quella sua ironia che, secondo la tradizione, è “nera e amara” come il caffè.

Lo abbiamo scoperto con lo sketch sulla “Columbia Untisemity” e ora di nuovo con “l’intervista” nientemeno che a Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza. Lo studio televisivo è quello della Bbc, l’intervistatrice Rachel apre la sezione salutando da Londra e dicendo: “39 giorni dopo che i freedom fighters di Hamas hanno pacificamente attaccato Israele, abbiamo un’intervista esclusiva al suo leader, Yahya Sinwar”, che si collega sorridendo mentre sorseggia da una tazza decorata e subito corregge la giornalista: “C’erano anche degli stupratori per la libertà e dei macellai per la libertà”. Rachel si scusa, certamente Mister Sinwar, e procede: “So che lei sta lavorando a un cessate il fuoco”. Il Sinwar finto risponde: “Lei mi conosce, ovunque ci sia un fuoco, io cerco di interromperlo”, e poi sulle note di “Give peace a chance” canticchia con le mani in alto: “Tutto quel che diciamo è di dare al cessate il fuoco una possibilità”.

Rachel annuisce seria, il fuoco va cessato, dice solenne e contrita, mentre il leader di Hamas riprende: “La situazione a Gaza è terribile, tutti i civili innocenti stanno scappando fuori dalla città e noi siamo rimasti senza protezione”. Addolorata Rachel ribadisce: “Siete totalmente senza scudi umani, è così ingiusto, così ingiusto!”. Pure gli ospedali e le scuole, dice Sinwar, sono rimasti senza missili (Rachel sospira), “come possiamo uccidere gli ebrei in queste condizioni, con i discorsi?”.  Per questo il leader di Hamas chiede il cessate il fuoco, “siamo stanchi, abbiamo bisogno di una pausa, non dimenticatevi che noi abbiamo cominciato un giorno prima rispetto agli israeliani”. Anche  questa è, secondo Rachel, una vera ingiustizia. La conduttrice con il suo accento britannico ricomincia con le notizie: “So che i sionisti si rifiutano di deporre le armi”, e Sinwar dice: “Sì, le sembra possibile? Tutto quel che chiediamo è un pochino di tempo per riarmarci, prima di continuare a ucciderli e loro non ce lo lasciano fare”.

 A questo punto si sente il pianto di un bambino e bisogna fare appello a tutta la forza per rimanere nell’immaginario satirico della trasmissione. Rachel dice che non riesce a sentire bene il leader di Hamas per tutto il “rumore” in sottofondo, e lui con una smorfia si scusa, “c’è un bambino qui, vorrei tanto farlo stare zitto, ma non è mio, sua madre è in Israele”. Non preoccupiamoci, andiamo avanti, ma Rachel è scocciata, è difficile fare un’intervista con questo “rumoroso bambino rapito”, ma è sempre così? “Di notte è peggio”, dice Sinwar, “ogni volta che lanciamo un razzo, si sveglia (Rachel dice: oh no), non ho avuto una notte di sonno nell’ultimo mese” e questo per l’intervistatrice è davvero troppo: “Mi scusi, lei mi sta dicendo che c’è un bambino israeliano che la sta torturando privandola del sonno?”. Sinwar è sorpreso, persino lui, capisce che è un’occasione retorica pazzesca, dice “sì”, mentre Rachel continua riferita alle torture del bambino: “Sta anche occupando la sua casa?”. E’ tutto così ingiusto, assolutamente ingiusto, “e il mondo non sta facendo niente di niente”.

Rachel conclude con la speranza che Hamas riesca finalmente a ottenere il suo cessate il fuoco, ringrazia Sinwar che le dice: “No no, sono io che la ringrazio”, e sembra davvero grato. La conduttrice saluta, chiede ancora un attimo di attenzione per seguire il filmato successivo della serie “Un momento di storia” prodotto dalla Bbc: “Oggi nel 1944, Winston Churchill, senza cuore, rifiutò il cessate il fuoco e continuò il suo attacco genocida contro la Germania nazista. Come sappiamo ora, molti più civili tedeschi sono morti nella guerra, il che li rende le vittime e il Regno Unito il criminale di guerra”.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi