Nella striscia di Gaza
Israele cerca la base di Hamas sotto l'ospedale al collasso. Ma la caccia al capo guarda a sud
L’esercito israeliano cerca i tunnel sotto al Shifa tra le evacuazioni impossibili: l'edificio non si può svuotare del tutto perché ospita anche feriti gravi
L’esercito israeliano è dentro l’ospedale di al Shifa concentrato a cercare le prove della presenza di una base sotterranea di Hamas. Senza quelle prove, l’irruzione di uomini armati dentro la più grande struttura sanitaria della Striscia di Gaza che ospita millecinquecento persone, di cui seicento sono pazienti e trentasette neonati, sarebbe impossibile da giustificare agli occhi della comunità internazionale. Ieri altri malati sono stati trascinati fuori, in barella, in direzione della strada Salah al Din che conduce a Gaza sud. Ma al Shifa non si può svuotare del tutto perché ospita anche i feriti gravi delle precedenti evacuazioni forzate dall’ospedale pediatrico, da al Nasr e da al Quds, che non potevano essere spostati più lontano perché avrebbero rischiato di morire nel tragitto.
Ad al Shifa alcuni militari israeliani fanno la guardia e interrogano medici, pazienti e profughi mentre altri ispezionano le strutture e altri ancora azionano le escavatrici per scendere in profondità a caccia dei tunnel. Non esistono finora prove definitive dell’esistenza di un centro di comando sotterraneo ad al Shifa, ma la presenza di Hamas nell’ospedale è stata testimoniata già nel 2008 dal New York Times e in modo molto dettagliato da un report di Amnesty International pubblicato nel 2014, dopo l’ultima invasione di Gaza. Il documento si basa su fonti palestinesi e molti degli intervistati sono i parenti delle vittime di Hamas a Gaza, raccontano che il luogo dove i miliziani torturavano e interrogavano i loro figli, fratelli e mariti, cioè gli oppositori e i presunti collaborazionisti, era una base del controspionaggio di Hamas dentro l’ambulatorio di al Shifa. Anche l’intelligence americana ha detto di possedere informazioni proprie – quindi ulteriori a quelle condivise dai servizi segreti israeliani – sulla presenza di basi operative dei terroristi nell’ospedale.
I canali ufficiali delle Forze armate israeliane per il momento hanno diffuso soltanto un video, che dimostrerebbe il ritrovamento di alcuni kalashnikov e di altre attrezzature per i combattenti, sui reperti scovati dentro al Shifa. Ma il filmato è girato nel reparto distaccato di radiologia che, secondo le stesse mappe diffuse dall’esercito israeliano, non è il posto sotto cui Hamas avrebbe scavato i propri tunnel. Le mappe di Tsahal indicano che le basi sono in altri cinque punti, che la più grande sarebbe sotto l’edificio centrale e altre due accanto agli ambulatori, una adiacente al reparto dialisi e una accanto a quello di medicina interna. E’ presto per giudicare i ritrovamenti mostrati finora dai soldati israeliani e per poter dire qualcosa di definitivo sulla presenza della metropolitana militare di Hamas sotto l’ospedale bisognerà aspettare almeno le analisi dei video girati nei cinque punti indicati sulla mappa. Potrebbero volerci settimane.
Ieri sera i soldati israeliani hanno trovato il copro di un ostaggio, Yehudit Weiss, di 65 anni, vicino all’osepdale e un portavoce dell’esercito israeliano ha detto alla Bbc che i tecnici fra i soldati hanno già analizzato dei laptop trovati nell’ospedale e che nelle schede di memoria erano salvate foto e video di alcuni dei duecentotrentotto ostaggi israeliani che sono ancora prigionieri di Hamas.
Molti esperti considerano poco probabile, ma non escluso, che i vertici del gruppo terrorista siano ancora sotto, o attorno, al complesso di al Shifa. Il quotidiano israeliano Maariv ha scritto che il capo del comando sud israeliano, Yaron Finkelman, ha una lista dei membri di Hamas responsabili del massacro del 7 ottobre e ogni sera traccia una “x” accanto ai nomi di quelli che sono stati uccisi dai suoi soldati. Secondo le stime israeliane, in totale sono circa duemila. Finkelman si occupa dei miliziani semplici, mentre lo Shin Bet ha creato un ramo speciale dell’agenzia per dare la caccia ai capi ed eliminarli.
Nella notte tra mercoledì e giovedì gli aerei israeliani hanno fatto piovere sul campo profughi di Khan Younis, nel sud teoricamente più sicuro, volantini con scritto: “Per la vostra sicurezza, andate via. Dovete lasciare le vostre abitazioni immediatamente e dirigervi verso i rifugi”. Ma i rifugi sicuri a Gaza non esistono e a Khan Younis ci sono centinaia di migliaia di persone che nelle scorse settimane sono scappate dal nord, e adesso a quegli sfollati viene chiesto di scappare di nuovo assieme ai residenti. Ieri il sito israeliano Walla scriveva che il prossimo obiettivo dell’esercito israeliano sarà Khan Younis, perché il capo di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, e la mente militare, Mohammed Deif, sono cresciuti lì e, dopo essere scappati da Gaza City, ora potrebbero nascondersi tra i palazzi che conoscono meglio e le persone di cui si fidano di più.