Il testo
Ripensare la migrazione della forza lavoro: una necessità impellente per l'Ue
Messaggio del vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas sui cambiamenti del mercato del lavoro nel continente
Pubblichiamo il messaggio di Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la promozione dello stile di vita europeo e politico greco per il partito Nuova Democrazia.
"In Estonia c'è bisogno di saldatori. Nei Paesi Bassi non ci sono abbastanza ingegneri. In Portogallo scarseggiano i lavoratori edili. In tutta l'UE i datori di lavoro devono fare i conti con gravi e persistenti carenze di competenze e di manodopera.
Questa situazione non può che peggiorare. Se la nostra azione va nel senso giusto, la transizione verde dell'Europa creerà tra gli 1 e i 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030. E la transizione digitale farà aumentare la domanda di specialisti delle TIC e di persone con competenze digitali di base nell'UE. Si tratta di buone notizie che confermano il successo della nostra strategia industriale. Ma questa strategia potrà essere realizzata sole se le imprese che guidano la rinascita economica riescono a trovare personale.
Se vogliamo colmare le impressionanti lacune del mercato del lavoro dobbiamo iniziare qui da noi, sostenendo, attivando e riqualificando la forza lavoro interna. E quando si tratta di valorizzare i suoi talenti, l'UE fa sempre la sua parte senza lesinare sui costi. Tutti gli indicatori mostrano però che questo non basta per soddisfare la domanda.
Sebbene i tassi di occupazione nell'UE siano ai massimi storici, nell'ultimo decennio il tasso di posti di lavoro vacanti è raddoppiato, fino a raggiungere in media il 2,9 % nell'UE nel 2022. L’Italia si attesta intorno al 2,5% ma il dato è in progressiva crescita negli ultimi anni. Ciò significa che, se l'Europa vuole rimanere competitiva, deve iniziare anche a cercare altrove la manodopera di cui ha bisogno per colmare queste carenze.
Ed è qui che entra in gioco la migrazione della forza lavoro. Dobbiamo fare di più per rendere l'Europa una destinazione attraente per i talenti di ogni paese. Vi è un motivo per cui la Nuova Zelanda, l'Australia, gli Stati Uniti e il Canada superano tutti i paesi dell'UE come destinazioni preferite per le persone in cerca di lavoro in tutto il mondo, e questo motivo non risiede solo nel fatto che si tratta di paesi anglofoni. Le norme dell'UE in materia di migrazione legale sono eccessivamente complesse e non coordinate, e si concentrano solo sui migranti altamente qualificati.
La verità è che, nel momento presente, l'Europa ha bisogno più di conducenti di camion che di ricercatori aerospaziali. Per contribuire ad attrarre talenti nell'UE, la Commissione sta istituendo un 'bacino di talenti dell'UE', un nuovo sistema di abbinamento della domanda con l'offerta che collega direttamente i datori di lavoro nell'UE con le persone in cerca di lavoro a tutti i livelli di competenze e in tutto il mondo. Dai muratori e gli autisti di autobus ai medici e gli infermieri: ovunque vi siano lacune da colmare e l'offerta nell'Ue non sia in grado di soddisfare la domanda, potremo avvalerci dei talenti di cui abbiamo bisogno.
Il sistema sarà limitato alle professioni carenti: cerchiamo soltanto persone che occupino posti di lavoro nei settori in cui le imprese dell'UE non riescono a trovare nell'Unione il personale di cui hanno bisogno. I governi nazionali decideranno se partecipare o meno a questa iniziativa, ma le ragioni economiche per farlo sono forti.
Un sistema di migrazione di forza lavoro ordinato e legale come questo disincentiva anche la migrazione irregolare e costituirà un importante strumento di politica estera per l'UE. Potrà quindi sostenere la nostra collaborazione con i paesi di origine e di transito per ridurre il numero di arrivi irregolari e intensificare la cooperazione in materia di riammissione.
Realisticamente, senza una migrazione mirata di forza lavoro verso l'UE, non saremo all'altezza degli ambiziosi obiettivi delle transizioni verde e digitale. Né saremo semplicemente in grado di dotare le nostre case di cura del personale adeguato.
In questo settore l'Unione Europea ha tutto da guadagnare e nulla da perdere".