◉ I PRINCIPALI FATTI DI OGGI
Hamas ha liberato 13 ostaggi in cambio di 39 detenuti palestinesi
Sono entrati nella Striscia di Gaza dal valico di Rafah i primi camion con gli aiuti umanitari e la prima autocisterna di carburante. Rilasciati anche 12 cittadini tailandesi che erano nelle mani del gruppo terroristico
Il rullo del Foglio: tutto quello che è utile sapere – e niente di più – per capire cosa succede dopo l'attacco di Hamas a Israele
Israele rilascia 39 detenuti palestinesi
Israele ha rimesso in libertà 39 detenuti palestinesi - 24 donne e 15 minorenni - dopo il ritorno in Israele di 13 ostaggi tenuti prigionieri da Hamas. Due autobus della Croce rossa - ha riferito la televisione Kan - li hanno trasportati dal carcere militare di Ofer in Cisgiordania verso due località: il posto di blocco di Bitunya, vicino Ramallah e il Comando centrale della polizia di Gerusalemme. Questa operazione è stata condotta fuori dalla vista di telecamere "per impedire che le ex detenute ostentassero segni di vittoria".
Chi sono i primi ostaggi liberati da Hamas
"Abbiamo ora completato il ritorno dei primi nostri ostaggi bambini, le loro madri e altre donne. Ognuno di loro è un mondo intero. Il ritorno delle persone rapite è uno degli obiettivi della guerra. Ci impegniamo a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra. Ci impegniamo a liberare tutti i nostri ostaggi". Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in seguito al rilascio dei primi ostaggi dalla prigionia di Hamas.
Si tratta di nove donne tra i 34 e gli 85 anni e quattro bambini tra 2 e 9 anni. Le autorità israeliane hanno reso noto i loro nomi: Doron Katz-Asher di 34 anni, Raz Asher di 4, Aviv Asher di 2, Daniel Aloni di 45, Amelia Aloni di 5, Ruth Munder di 78, Keren Monder di 54, Ohad Monder di 9, Adina Moshe di 72, Hanna Katzir di 76, Margalit Mozes di 77, Hanna Perry di 79 e Yaffe Adar di 85.
Liberati i primi 13 ostaggi israeliani
Sono stati liberati i primi 13 ostaggi israeliani che dovevano essere consegnati dai terroristi di Hamas agli uomini della Croce rossa. Gli ostaggi sono stati presi in carico dall'èquipe dell'ente internazionale e si starebbero dirigendo verso il confine con l'Egitto. Non è stato reso noto dove sia avvenuto il passaggio di consegne e quanto durerà il viaggio verso il valico di Rafah. Una volta entrati in Egitto verranno portati in Israele con elicotteri militari. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant saranno presenti al centro di comando delle forze di difesa israeliane (IDF) presso il quartier generale militare di Tel Aviv durante la presa degli ostaggi, ha riferito il Times of Israel.
Secondo quanto riferito dal primo ministro della Tailandia anche 12 cittadini tailandesi che erano tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza sarebbero stati rilasciati. Il premier ha aggiunto che alcuni funzionari dell'ambasciata si sarebbero già diretti verso il valico di Rafah per prenderli in carico. Il Servizio d'informazione statale egiziano ha chiarito che sono stati gli "intensi sforzi diplomatici egiziani a portare al rilascio di 12 cittadini tailandesi". Hamas non ha commentato la vicenda. Il rilascio dei cittadini tailandesi non rientrava nell’accordo tra Israele e Hamas mediato dal Qatar.
Come avverrà la liberazione degli ostaggi
Il Comitato Internazionale della Croce rossa ha una squadra nella Striscia di Gaza che si occuperà dell'assistenza degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati oggi da Hamas. È un'èquipe di persone che ha una lunga esperienza in materia: nel mese di aprile ha facilitato lo scambio di 900 prigionieri di guerra nello Yemen.
Agli uomini della Croce rossa internazionale verranno forniti tutti i dettagli utili per la presa in consegna e la messa in sicurezza dei primi tredici ostaggi da parte del gruppo terroristico. Una volta ricevuti, si muoveranno nel territorio e prenderanno in consegna donne e bambini.
Come sottolineato dal Comitato internazionale della Croce rossa questa è un'operazione è complessa e non potrebbe avvenire senza la tregua e senza la fiducia di entrambe le parti in causo nella neutralità dell'istituzione. Una volta che la squadra avrà preso in consegna gli ostaggi li porterà al confine con l'Egitto e li consegnerà alle forze israeliane che sono state autorizzate a entrare in territorio egiziano. È lì che alcuni commissari delle istuzioni internazionali controllerà lo stato di salute dei prigionieri palestinesi che Israele ha accettato di rilasciare e confermerà che desiderano effettivamente essere rimandati a casa.
Sono entrati nella Striscia di Gaza i primi camion di aiuti umanitari
Circa una ventina di camion che trasportano cibo, medicine, acqua oltre a cisterne di carburante hanno fatto ingresso nella Striscia di Gaza dal valico di Rafah, ha reso noto la Mezzaluna rossa egiziana nel Nord Sinai.
Israele aveva provato a imporre l'assenza di rifornimenti di carburante alla Striscia in quanto questo sarebbe finito interamente nelle mani dei terroristi di Hamas. La negoziazione del Qatar però ha fatto in modo che entrassero almeno tra i 120mila e i 150mila litri di carburante al giorno garantendo che sarà portato direttamente nei luoghi che ne hanno bisogno, come gli ospedali, e non riuscirà a finire nelle mani di Hamas.
È iniziata la tregua
È iniziata alle 6 di questa mattina la tregua nei combattimenti tra Israele e Hamas. Dovrebbe durare quattro giorni. Nel pomeriggio è attesa la liberazione di 13 ostaggi israeliani, per lo più donne e bambini. In seguito torneranno in libertà anche una trentina di donne e di minorenni palestinesi detenuti in Israele. La sospensione temporanea dei combattimenti dovrebbe riguardare anche il confine settentrionale di Israele, dopo ripetuti scontri a fuoco fra l'esercito e gli Hezbollah libanesi.
Prima dell'inizio della tregua l'esercito israeliano ha fatto esplodere un tunnel scavato sotto all'ospedale al Shifa di Gaza.
Dopo circa mezz'ora dall'inizio della sospensione delle ostilità il sistema di difesa aerea Iron Dome ha intercettato un razzo sparato dalla Striscia di Gaza verso i kibbutz israeliani di frontiera di Kissufim ed Ein Ha-Shlosha. Non sono stati segnalati danni e reazioni da parte israeliana.