La moglie del capo delle spie ucraine è stata avvelenata. Una storia d'amore contro Putin
Marianna Budanova è stata curata per tempo ed è fuori pericolo. Una vita tra attentati, citazioni di von Clausewitz e un marito che dirige la guerra segreta contro il presidente russo
L’avvelenamento da metalli pesanti si manifesta prima con la nausea e il prurito; poi con il dolore addominale e il vomito; poi arrivano i danni al fegato, all’apparato circolatorio e al sistema nervoso. Marianna Budanova è in un letto di ospedale sorvegliata. E’ la moglie del capo dell’intelligence militare di Kyiv, Kyrylo Budanov, che scoprì con qualche ora di anticipo il piano russo per prendere i palazzi della democrazia all’alba del 24 febbraio 2022 e lo fece saltare. Budanov è l’uomo dietro le operazioni segrete in Russia, Mosca gli dà la caccia dal 2016 e lo ha condannato in contumacia per l’esplosione sul ponte di Kerch alla vigilia del compleanno di Putin.
Marianna Budanova è stata curata per tempo e non è in pericolo di vita. E’ stata la prima a manifestare i sintomi perché è più minuta degli agenti di Budanov, ma anche alcuni uomini dell’intelligence militare sono stati avvelenati. I servizi segreti dicono che sia Budanova sia gli altri non possono essere venuti a contatto spontanemante con i metalli pesanti, che è un altro modo per dire che qualcuno li ha avvelenati intenzionalmente.
Dal primo giorno di invasione, Budanova vive con il marito nell’ufficio di lui, dentro il palazzo dei servizi segreti, e il dubbio terribile che circola a Kyiv ora è che l’avvelenatore sia qualcuno in grado di infiltrarsi fin dento la sede dell’intelligence. Budanov e Budanova sono abituati dal 2014 ad avere a che fare con i “nemici vicini”, le talpe di Putin nelle istituzioni che non sono scappate dopo Euromaidan, sono rimaste in Ucraina per essere più utili ai piani aggressivi del presidente russo. Sono stati alcuni agenti segreti ucraini ad abbanondare Kherson ai russi e a uccidere a Kyiv la fonte di Budanov, l’uomo che lo aveva avvertito in anticipo dell’invasione. Nel 2019 due cittadini russi avevano piazzato una mina sotto l’auto della famiglia Budanov, ma l’ordigno era esploso in anticipo.
Budanova porta le unghie finte e i capelli tinti di nero lunghissimi. Ha lavorato per il comune di Kyiv con un compito difficile: la lotta alla corruzione. E’ una psicologa di formazione e quando le si chiede come si faccia ad abituarsi a vivere sapendo che in qualsiasi momento puoi incontrare qualcuno che vuole ucciderti, rapirti o vendere a Putin informazioni su di te, lei risponde senza enfasi retorica: “Gli esseri umani ci mettono in media ventuno giorni ad abituarsi a qualsiasi cosa. L’ho studiato alla facoltà di Psicologia e l’ho imparato vivendo nell’Ucraina post Euromaidan”.
La storia d’amore tra Budanov e Budanova è inscindibile dalla storia della guerra: appena si sono conosciuti è iniziata Euromaidan, si sono sposati nel 2014 subito prima che lui andasse a combattere in Donbas. Marianna ha cominciato a fare la volontaria nell’ospedale militare della capitale ed è stata lei a togliere le schegge dal corpo del marito quando è stato ferito in combattimento. All’inizio della guerra totale, molte famiglie dei vertici politici e militari ucraini si sono trasferite a Leopoli o all’estero per stare al sicuro, Budanova è rimasta insieme a Budanov ogni giorno. Quando la rivista femminile Elle Ucraina provò a estorcerle qualche pettegolezzo sulle angosce famigliari, Budanova che detesta i melodrammi rispose citando von Clausewitz.