Jet russi a Teheran. Putin restituisce il favore alla Repubblica islamica mentre Israele è in guerra
Hamas libera due ostaggi russi oltre quelli concordati perché “apprezza” Putin, che arma l’Iran con aerei nuovi
La Russia ha ricevuto dall’Iran migliaia di droni suicidi Shahed, li ha usati contro le centrali elettriche e le città ucraine e soltanto quattro giorni fa ne ha lanciati settantacinque contro Kyiv: è stato il più massiccio attacco con i droni contro la capitale da quando è cominciata l’invasione totale quasi due anni fa. Ora Mosca sarebbe pronta a restituire il favore alla Repubblica islamica spedendo aerei da combattimento di ultima generazione a Teheran, nel mezzo di un guerra in medio oriente tra il peggior nemico degli ayatollah, Israele, e una milizia terrorista a Gaza, Hamas, che l’Iran appoggia politicamente e in passato ha rifornito di armi. E che ieri ha offerto la liberazione di due ostaggi russi oltre quelli concordati come gesto di “apprezzamento” verso Vladimir Putin.
Il viceministro della Difesa iraniano, Mehdi Farahi, ha detto all’agenzia Tasnim, vicina ai pasdaran, che “sono stati finalizzati i piani affinché gli aerei da guerra russi Sukhoi Su-35 e gli elicotteri d’attacco Mil Mi-28 si uniscano alle unità da combattimento delle Forze armate della Repubblica islamica”. L’annuncio arriva dopo che dieci giorni fa, il 19 novembre, la Guida suprema Ali Khamenei è andata a visitare il capo delle Forze aeree dei pasdaran, che gli ha mostrato droni e missili nuovi. La stampa iraniana scrive che gli aerei russi in arrivo sarebbero in totale ventiquattro, e che la consegna è prevista a stretto giro. Se tutto andrà come previsto, sarà un salto di qualità imponente per l’apparato militare iraniano che oggi conta su aerei caccia degli anni Settanta.
Oltre ai pochi Mig-29 russi comprati negli anni Novanta, l’Iran fa affidamento in particolare sugli F-14 e sugli F-4 americani, che si usavano nella guerra del Vietnam. Sono aerei più antichi della Repubblica islamica, che erano negli arsenali di Teheran da prima della rivoluzione che ha cacciato lo scià e ha portato gli ayatollah al potere: oggi hanno cinquant’anni mentre i Su-35 russi sono stati introdotti soltanto nel 2014.
Per Teheran i nuovi caccia sarebbero molto preziosi, sono aerei considerati paragonabili per alcuni aspetti agli F-16 americani usati da Israele nella regione. Ma sono inferiori ai jet più moderni nell’arsenale dello stato ebraico: i sensori dei caccia russi farebbero molta fatica a vedere gli F-35 in uso a Israele, che sono stealth e praticamente impossibili da rilevare se non a distanza ravvicinata.
L’analista David Des Roches, commentando l’annuncio del viceministro della Difesa iraniano, ha detto a Breaking Defense: “Gli iraniani bramano una capacità aria-aria – nei combattimenti in volo – di tipo standard nella regione, che consenta di scoraggiare la capacità aria-aria israeliana. Ma in questo momento l’unica minaccia a Israele, per quanto riguarda le operazioni iraniane, è quella terra-aria”, cioè i missili balistici che Teheran può sparare dal suo territorio.
In Russia ancora nessuna fonte ufficiale ha confermato la notizia data da Tasnim, e già alcuni mesi fa il ministro della Difesa iraniano aveva mostrato un po’ di nervosismo per i ritardi nella consegna dei jet promessi, spiegando che dopo vari rinvii non era più in grado di dire quando sarebbero arrivati gli aerei e che in ogni caso la priorità doveva essere concentrarsi sulla produzione nazionale di armi. Des Roches dice che, anche se i Su-35 dovessero davvero arrivare presto, “l’Iran sarà probabilmente deluso da ciò che otterrà”, perché l’industria militare russa è “affaticata” dalla guerra in Ucraina e “stiamo iniziando a vedere un calo nella qualità”. Mosca potrebbe decidere di spedire a Teheran aerei che non rispettano gli standard tecnologici dei normali Su.