Gogna quotidiana
Dal memoriale della Shoah di Bobigny l'urlo antisemita di Francia
Nella banlieue dove durante la Seconda guerra mondiale gli ebrei venivano deportati ad Auschwitz, una marcia "pro Palestina" è degenerata in molteplici j'accuse contro Israele
Parigi. “La resistenza è un diritto, il terrorismo è un mezzo”. Siamo a Bobigny, banlieue alle porte di Parigi situata nella Seine-Saint-Denis, il dipartimento con il più alto numero di foreign fighters partiti a fare il jihad nel territorio siro-iracheno. Bobigny è anche il comune da cui, durante la Seconda guerra mondiale, partivano i treni della morte verso Auschwitz, e dove oggi l’ex stazione è stata trasformata in un memoriale della Shoah. Eppure, mercoledì scorso, come rivelato da un reportage del Journal du dimanche, Bobigny è stata teatro di una conferenza violentemente antisemita, organizzata dal sindaco comunista Abdel Sadi e dall’antenna locale della Cgt, il sindacato storico della sinistra francese. Il pretesto era la giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, ma rapidamente le tavole rotonde e i dibattiti si sono trasformati in meri j’accuse contro Israele, “uno stato che colonizza” i palestinesi, come ha riassunto il primo cittadino di Bobigny, definendo il suo comune una “banlieue rossa che è a immagine e somiglianza del dipartimento e del mondo”. I relatori? Christophe Oberlin, professore universitario, chirurgo, militante anti israeliano e amico del comico antisemita Dieudonné M’bala M’bala, pluricondannato per discriminazione razziale e famoso per aver detto che le camere a gas non sono mai esistite. Ma anche Ramy Shaath, militante egiziano-palestinese, noto per aver co-fondato il movimento di boicottaggio di Israele Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni su Israele).
“Sono pro Hamas, sono pro Kihad islamico”, ha esordito Oberlin al microfono, davanti a una platea in visibilio per le sue prese di posizione contro Israele. Un ferroviere presente tra il pubblico ha detto al Journal du dimanche: “Non bisogna aver paura di parlare di resistenza. Nel 1945, anche i nostri resistenti erano visti come dei terroristi”. Oggi, a Parigi, ci sarà un Marcia per la pace e la giustizia organizzata dal Collectif national pour une paix juste et durable entre Palestiniens et israéliens e Urgence Palestine, con il sostegno di associazioni, sindacati e partiti politici di sinistra, a partire dalla France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, al centro delle critiche per non aver condannato apertamente Hamas. Il pensiero di Ramy Shaath in merito a questa iniziativa? “Sono molto infastidito dal fatto che ci sarà una marcia per la pace sabato prossimo”, ha detto mercoledì a Bobigny, prima di aggiungere: “La pace non è compatibile con il progetto sionista”. Secondo l’ex consigliere di Yasser Arafat, “il sionismo è un programma coloniale ed espansionistico che utilizza la pulizia etnica per controllare tutto il medio oriente”. Christophe Oberlin è sulla stessa lunghezza d’onda: “Da 30 anni a questa parte, Hamas ha un progetto per la pace che è quello della Corte penale internazionale. Quelli che dicono il contrario dicono falsità”. Condannare Hamas e il terrore e la morte che ha seminato lo scorso 7 ottobre? Macché. “È lo stato sionista che è terrorista. Deve essere giudicato per i crimini che ha commesso”, afferma Epanya, una militante Cgt ed ex consigliera comunale di Bobigny. La sua “camarade”, Hélène, conferma: “Israele è uno stato terrorista vista la guerra che stanno facendo ai palestinesi”. Per il sindaco di Bobigny, i miliziani di Hamas sono dei resistenti, come i “maquisard”, ossia i partigiani francesi durante la Seconda guerra mondiale.
E la Francia? “È complice del genocidio, manda i suoi mercenari a uccidere tutti i giorni gli abitanti di Gaza”, dice il co-fondatore di Bds. Per le due militanti Cgt Epanya e Hélène, il governo francese è sotto influenza di Israele, “sicuramente per motivi economici”. Oberlin, sulla linea di Dieudonné, avanza teorie complottiste, accusando la Francia di essere guidata dalla “lobby sionista”. È la banalizzazione dell’antisemitismo. Alle porte di Parigi.