Difesa aerea, turbine, trasformatori. Di cosa ha bisogno l'Ucraina contro Putin d'inverno
Kyiv e il problema energetico: "Senza elettricità non si hanno fognature, distribuzione di acqua potabile e riscaldamento”, ci dice Oleksandr Kharchenko, direttore dell’Energy Industry Research Center e consigliere del ministero dell’Energia
Bruxelles. Nella notte tra domenica e lunedì la Russia ha lanciato otto missili balistici contro Kyiv, nel più grande attacco subìto dalla capitale da mesi a questa parte. Quattro persone sono rimaste ferite dai detriti. Grazie alla contraerea, i missili sono stati intercettati prima di colpire il bersaglio, uno dei più grandi impianti di depurazione di acque reflue di Kyiv. In caso di successo, la Russia avrebbe potuto innescare una catastrofe umanitaria. Nel momento in cui si avvicina l’inverno, con le temperature già scese più volte sotto zero, l’Ucraina si aspetta una moltiplicazione di attacchi con missili e droni contro le infrastrutture critiche. Una ripetizione di ciò che era accaduto lo scorso anno contro rete elettrica, centrali di produzione, centraline ad alto voltaggio, impianti di teleriscaldamento. Prendendo di mira le infrastrutture critiche, Vladimir Putin vuole “uccidere le città”, dice al Foglio Oleksandr Kharchenko, direttore dell’Energy Industry Research Center e consigliere del ministero dell’Energia, incontrato a Kyiv a fine novembre. Il principale bersaglio è la rete elettrica. “Il problema non è tanto non avere luce per qualche ora”. La gente si è organizzata con powerbank, generatori, scorte di cibo e acqua. Il problema è che senza elettricità “non si hanno fognature, distribuzione di acqua potabile e riscaldamento”, dice Kharchenko. “Se capita a meno 15 gradi e per diversi giorni, l’acqua congela nelle tubature e distrugge tubi e pompe. Il che significa che ci vorranno non mesi, ma anni per restaurare queste forniture di riscaldamento e acqua. Significa che le città vengono uccise”.
Rispetto a un anno fa l’Ucraina si è preparata. L’infrastruttura energetica è “meno resiliente” a causa dei danni provocati nel 2022-23. Ma le autorità hanno un piano per “sopravvivere” e si preparano già all’inverno 2024-25. Oggi le infrastrutture critiche sono protette da più difesa aerea e più difese fisiche. “Sarà molto difficile per noi”, ammette Kharchenko: “Ci aspettiamo molti attacchi con missili e droni contro le nostre infrastrutture critiche. Penso che avremo alcuni tagli nelle forniture elettriche per i cittadini, in particolare nei periodi più freddi dell’inverno. Allo stesso tempo, credo che saremo in grado di gestire la situazione. Dovremmo riuscire a restaurare le forniture elettriche per i cittadini messe fuori uso in 4, 6, 8 ore. E sopravviveremo”. I piani d’emergenza prevedono blackout temporanei, in particolare quando le temperature scendono sotto i meno 10 gradi.
Di cosa ha bisogno l’Ucraina? “Per favore non mandateci coperte”, dice Kharchenko. “Niente coperte e lampadine led” (la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, lo scorso anno ne inviò 50 milioni), perché “abbiamo bisogno di qualcosa di più solido”. L’urgenza è “solo la difesa aerea. Più difesa aerea significa una situazione migliore per noi questo inverno”, spiega Kharchenko. Ma c’è un’altra urgenza per il prossimo inverno. “Abbiamo bisogno di turbine per centrali elettriche a gas. Abbiamo bisogno di trasformatori. L’importante per noi è la produzione di elettricità nel lungo periodo”. E occorre “ordinare questo equipaggiamento prima che sia troppo tardi” per il prossimo inverno.
Putin ha un grande vantaggio. “Il sistema energetico ucraino è stato costruito ai tempi sovietici. Ed è stato costruito per coprire le necessità di grandi impianti industriali, non per coprire le necessità delle città”, spiega Kharchenko. “Oggi il 65 per cento degli ucraini vive in grandi città e agglomerazioni. E dentro queste città non abbiamo capacità di produzione di elettricità”. E “se vengono colpite centraline elettriche appena fuori dalle città, le città rimangono senza elettricità, ma anche riscaldamento, forniture di acque potabile”. L’obiettivo è “decentralizzare” per diversificare i rischi: costruire centrali più piccole di produzione di elettricità a gas dentro e vicino alle città. “Le turbine a gas sono l’unica tecnologia che può essere installata abbastanza rapidamente ed essere sufficientemente efficace”. Secondo Kharchenko, “è necessario iniziare a lavorare oggi per prepararsi al prossimo inverno e anche quello successivo”. La guerra sarà lunga. E tutti i paesi europei dovrebbero interessarsi a questa esperienza dell’Ucraina, “il primo paese al mondo che ha infrastrutture critiche attaccate in questo modo dalla Seconda guerra mondiale”. Per Kharchenko “nessuno può predire cosa farà la Russia”.