Il pre vertice
Schlein a Bruxelles tra Pse, Gentiloni e Patto di stabilità
La segretaria del Pd non va ad Atreju, ma vola in Europa. E ad attenderla ci sono Sánchez, Costa, Borrell e, soprattutto, il commissario Ue all’Economia
Bruxelles. Ad Atreju non va ma a Bruxelles sì. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein è arrivata ieri mattina nella capitale belga al pre vertice del Pse, il Partito socialista europeo, dove la attendevano Sánchez, Costa, Borrell ma soprattutto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. I socialisti Ue alzano la saracinesca di buona lena: la convocazione è alle otto, per consentire ai primi ministri di essere già alle dieci al vertice Ue a preparare la battaglia con Orbán per l’apertura dei negoziati con l’Ucraina. Ma proprio una colazione dell’ultimo minuto pensata per piegare le resistenze dell’ungherese priva il Pse del loro pezzo da novanta: il cancelliere Scholz, immortalato la sera prima a fare le ore piccole insieme a Meloni e Macron per parlare di Patto di stabilità. Patto che infatti è anche al centro anche della colazione socialista in cui, con Scholz assente e un Sánchez visibilmente provato dallo scontro a Madrid, a dare le carte al quinto piano del palacongressi che si affaccia sul Mont des Arts, è proprio Gentiloni. La mattina si apre con un lungo abbraccio tra il commissario italiano e il primo ministro portoghese, António Costa, di ritorno dalla sua brevissima traversata di un deserto di guai giudiziari scattati, a quanto pare, per un caso di omonimia. Dopo il “bentornato António” Gentiloni si dedica a Schlein, un colloquio lungo con tanti temi al centro ma soprattutto ancora lui: il Patto di stabilità.
Dalla chiacchierata la segretaria esce con una linea chiara: “Non si faccia l’errore di tornare a rigidi parametri quantitativi sul deficit”, male quindi la discussione in corso al vertice Ue “peggiora significativamente la proposta della Commissione”, cioè di Gentiloni. Attacco anche al governo tacciato di “totale incapacità e assenza di una strategia negoziale”, nonostante i successi delle photo opportunity della sera prima. “Per le loro antipatie non hanno fatto asse con i paesi con situazioni simili alle nostre e questo ora rischia di pagarlo il paese”, aggiunge Schlein evocando gli scontri tra Roma e Madrid. Un tango ballato in due, quello tra la segretaria e il commissario, che dista anni luce dai silenzi sugli attacchi meloniani a Mario Draghi, dimenticato da Schlein ma che qualcuno oltralpe addirittura vorrebbe alla presidenza della Commissione Ue. Sull’intesa con il commissario d’altronde Schlein non si schermisce: “Il rapporto con Gentiloni è stretto e costante e riguarda tutte le questioni che il Pd segue, i dossier europei e chiaramente la riforma del Patto di stabilità”.
Per Schlein torna anche l’intesa con la Spd, con una piccola rivincita: sorrisi e abbracci con la tedesca Katarina Barley che al congresso a Malaga aveva freddato il Pd con la sua apertura al patto italo-albanese. “La decisione della Corte costituzionale di Tirana, sommata alla presenza del premier albanese alla kermesse meloniana in corso a Roma, dimostra che la rabbia Pd contro Rama del mese scorso forse non era poi così fuori luogo”, commenta un funzionario spagnolo dei socialisti Ue.
Intesa anche con la presidente del gruppo, Iratxe García Pérez, che chiuso il pre vertice vola a Roma assieme a Schlein per partecipare all’iniziativa Pd sull’Europa attesa oggi e domani agli studios di via Tiburtina con Letta, Prodi e Gentiloni. Iniziativa, quella di Roma, che è solo l’aperitivo socialista per la capitale. È arrivata infatti ieri anche la conferma della scelta di Roma per il congresso del Pse l’1-2 marzo, sotto la nuvola di Fuksas all’Eur. “Sarà un momento importante per il lancio della campagna elettorale per le europee”, spiega Schlein, ma non solo, sarà il momento anche per presentare il candidato unico dei socialisti Ue alla guida della Commissione europea. Lo Spitzenkandidat, come lo chiamano in Europa, la figura che i socialisti devono ancora individuare e che probabilmente sceglieranno tra chi ieri era alla colazione socialista a Bruxelles. Ma a voler restringere il campo è possibile che la scelta non sia più ampia di quell’abbraccio che ha aperto i lavori del pre vertice ieri a Bruxelles.
L'editoriale del direttore