A Bruxelles
L'Ue trova un accordo sul nuovo Patto su migrazione e asilo
“Assicurerà che ci sia una risposta europea efficace a questa sfida europea”, ha detto Ursula von der Leyen. I cinque regolamenti introducono poca solidarietà e molta responsabilità per i paesi di primo ingresso. Cosa prevede il Patto
Bruxelles. La presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo hanno trovato un accordo “storico” sul nuovo Patto su migrazione e asilo, salvando uno dei principali pacchetti legislativi della Commissione di Ursula von der Leyen prima della fine della legislatura. “Questo Patto su migrazione e asilo assicurerà che ci sia una risposta europea efficace a questa sfida europea”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Gli europei decideranno chi entra nell'Ue e chi può stare, non i trafficanti”. “Il 20 dicembre entrerà nella storia”, ha assicurato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. "L’Ue sta mantenendo la sua promessa di migliorare il sistema di asilo e migrazione. I cittadini di tutta l’Ue vogliono che i loro governi affrontino la sfida della migrazione e oggi è un grande passo in questa direzione. Questa riforma è un pezzo cruciale del puzzle", ha detto Fernando Grande-Marlaska Gómez, ministro degli Interni della Spagna che ha la presidenza di turno dell'Ue. Ma a che prezzo?
In realtà, l'Unione europea fa un altro passo verso l'Europa fortezza, mettendo in piedi un sistema che è lungi dall'essere la panacea dei mali migratori che affliggono i suoi stati membri. Come in Francia, dove Marine Le Pen ha proclamato la sua vittoria ideologica sulla riforma dell'immigrazione promossa dal governo di Emmanuel Macron, anche l'estrema destra europea può rivendicare un successo. Esperti e ong già avvertono che i meccanismi previsti dal nuovo Patto su migrazione e asilo non funzioneranno in caso di afflusso massiccio, al rischio di provocare una pressione insostenibile sui paesi di primo ingresso come l'Italia, che avranno l'obbligo di creare grandi campi di migranti alle loro frontiere. Per contro, "le conquiste della Convenzione di Ginevra sono state gettate sotto a un autobus questa mattina con un pessimo accordo", ha ammesso l'eurodeputato verde tedesco, Damian Boeselager, relatore ombra su uno dei cinque regolamenti del Patto.
Il principale argomento con cui è stato promosso il Patto su migrazione e asilo è la volontà politica di affrontare insieme i flussi migratori irregolari in modo ordinato, responsabile e solidale. “Responsabilità e solidarietà”, è stato uno degli slogan che si sono più sentiti dalla presentazione della proposta da parte della Commissione nell'ottobre 2020. I cinque regolamenti del Patto introducono poca solidarietà e molta responsabilità per i paesi di primo ingresso, ma consentono almeno di dire che il regolamento di Dublino è superato. A ben guardare, non è così. Nei negoziati alcune disposizioni di Dublino sulla responsabilità dei paesi di primo ingresso sono state addirittura rafforzate. La solidarietà sarà obbligatoria, ma non i ricollocamenti di migranti dai paesi di primo ingresso.
Il sistema attorno a cui ruota il nuovo Patto su migrazione e asilo è quello introdotto nelle isole della Grecia dopo l'accordo Ue-Turchia del 2016. La principale novità sono le “procedure di frontiera” obbligatorie, che impongono agli stati membri di selezionare i richiedenti asilo, rinchiudere quelli che hanno una nazionalità con basse probabilità di ottenere protezione internazionale in appositi centri, procedere speditamente alla valutazione delle loro domande e mantenerli in detenzione in attesa dell'espulsione. Trasformare le zone frontaliere dell'Ue – dalla Sicilia alle Canarie, passando per le regioni orientali della Polonia – in grandi carceri per migranti non sarà una bella immagine. In teoria, con una pressione migratoria relativamente bassa, il sistema potrebbe anche funzionare. Ma basterebbe un numero di ingressi analogo a quello del 2023 per far saltare le “procedure di frontiera” perfino in un grande paese come l'Italia. Perché uno dei principali problemi contro cui è destinato a scontrarsi il nuovo Patto è la mancanza di accordi di rimpatrio con i paesi di origine dei migranti.
L'Ue, per contro, rischia di tradire i suoi valori con il nuovo Patto su migrazione e asilo. Lo hanno scritto nero su bianco cinquanta ong - Amnesty, Oxfam, ActionAid, Save the Children e altre - in una lettera aperta prima dei negoziati finali tra il Consiglio e il Parlamento europeo. “Il patto dell’Ue su migrazione e asilo rispecchierà gli approcci falliti del passato e ne peggiorerà le conseguenze”. Con i testi attuali, c'è il “forte rischio” di “un sistema mal funzionante, costoso e crudele che fallisce durante l’attuazione e lascia le questioni critiche irrisolte”. Le ong denunciano la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per i migranti (compresi bambini e famiglie), la profilazione razziale, i respingimenti, i rimpatri in “paesi terzi sicuri” che sicuri non sono. “Siamo profondamente consapevoli che la politica spesso è una questione di compromessi. Ma ci sono delle eccezioni e non si possono fare compromessi sui diritti umani. Quando sono indeboliti, ci sono conseguenze per tutti noi”, hanno avvertito le ong. Quanto all'estrema destra, i risultati delle elezioni mostrano che la strategia “Europa fortezza” portata avanti dall'Ue e dai suoi stati membri non è sufficiente ad arginarla. Al contrario, dai Paesi Bassi alla Francia, passando per l'Italia, l'Europa fortezza finora ha rafforzato l'estrema destra.