il nuovo governo
Deregulation e liberalizzazioni: il piano di Milei per risollevare l'Argentina
Con un decreto d'urgenza il neo presidente dichiara l'emergenza pubblica e delinea gli interventi per ricostruire l'economia argentina. Le proteste in piazza coinvolgono alcune di migliaia di persone
In spagnolo il suffisso –azo funziona da accrescitivo, ma indica anche un colpo inferto con qualcosa. Equivalente dei nostri decreti legge, il Decreto de necesidad y urgencia (Dnu) annunciato dal presidente argentino Javier Milei alla televisione nazionale è stato subito ribattezzato Decretazo perché è entrambe le cose: un “decretone”, visto che per rendere il regime del lavoro più flessibile, deregolamentare l’economia interna ed esterna e aprire la strada alla privatizzazione delle aziende statali ci sono ben 366 articoli per 83 pagine, che prevedono l’eliminazione e la modifica di oltre 300 normative. Ma anche una “decretata” che colpisce duro, e peraltro nelle intenzioni annunciate da Milei non è che il primo passo. “Abbiamo rilevato, tra leggi e altre norme che ostacolano il funzionamento di una società libera, quasi 380 mila norme”, ha spiegato. “Stiamo lavorando per smantellare questa macchina di distruzione che è diventato lo stato argentino”. Ulteriori riforme saranno annunciate attraverso un pacchetto di leggi che invierà al Congresso per la discussione in sessioni straordinarie. “C’è di più, lo scopriranno presto”.
E’ la metaforica motosega che ha iniziato a potare, e contro cui il popolo peronista si mobilita con le tradizionali marce su Plaza de Mayo al suono delle casseruole: iconica colonna sonora del popolo che ha fame nelle proteste latino-americane soprattutto di sinistra, anche se in effetti la tecnica fu inventata dalla destra in Cile contro Allende. Alcune migliaia di persone sono appunto andate alla prima mobilitazione. Cacerolazos contro motosierra, insomma. “Ci sono persone che soffrono della sindrome di Stoccolma”, ha detto Milei sui manifestanti, le cui proteste comunque vengono tollerate. Non si è ancora arrivati alla fase successiva dei piqueteros, che per protesta bloccano le strade, e per i quali Milei ha promesso tolleranza zero. “Si innamorano del modello che li ha impoveriti, la repubblica è a rischio con il populismo, non con la libertà”.
Al di là di queste misure, il presidente ha sottolineato che il suo governo sta lavorando per “riequilibrare gli squilibri macroeconomici” perché l’alternativa era “non fare nulla e andare verso l’iperinflazione”. “Esiste una serie di misure antipatiche per la ricomposizione del tesoro, ma storicamente tutti gli aggiustamenti sono ricaduti sulla popolazione totale, e questa è la prima volta che il 60 per cento ricade sullo stato”, ha spiegato riferendosi alla stretta fiscale di 5 punti di pil annunciata subito dopo l’insediamento.
Pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale, il decreto di urgenza dichiara “l’emergenza pubblica in materia economica, finanziaria, fiscale, amministrativa, pensionistica, tariffaria, sanitaria e sociale fino al 31 dicembre 2025” e stabilisce la riforma dello stato. “Argentini, oggi è un giorno storico per il nostro paese, dopo decenni di fallimenti, impoverimento e anomie, iniziamo il cammino della ricostruzione. ‘Basi per la ricostruzione dell’economia argentina’, si legge nel titolo. “Abbiamo progettato un piano di stabilizzazione dello choc che include una politica fiscale e monetaria, una politica del tasso di cambio che adegui il tasso di cambio al valore di mercato e una politica monetaria che includa il risanamento della Banca centrale”, ha detto Milei nel suo discorso, in cui ha mandato anche un messaggio all’opposizione. “Lo stato promuoverà e garantirà l’effettiva validità, su tutto il territorio nazionale, di un sistema economico basato su libere decisioni, adottate in un’area di libera concorrenza, nel rispetto della proprietà privata e dei principi costituzionali di libera circolazione delle merci, servizi e lavoro. Per raggiungere questo obiettivo, sarà istituita la più ampia deregolamentazione del commercio, dei servizi e dell’industria su tutto il territorio nazionale e saranno annullate tutte le restrizioni alla fornitura di beni e servizi, nonché qualsiasi obbligo normativo che distorca i prezzi di mercato, impedisca la gratuità. iniziativa privata o eviti l’interazione spontanea tra domanda e offerta”, continua l’articolo 2.
Il governo nazionale assicura che “promuoverà un maggiore inserimento” del paese “nel commercio mondiale”. In proposito, è interessante che dopo aver parlato di far uscire l’Argentina dal Mercosur adesso Milei si dica a favore dell’accordo tra lo stesso Mercosur e l’Unione europea. Il pacchetto entrerà in vigore tra otto giorni. Il governo dispone poi di dieci giorni per trasmetterlo alla Commissione bicamerale permanente per la procedura legislativa. In Congresso ci sarà la battaglia decisiva.