L'appello
Più di mille firme per riconoscere nel 7 ottobre un femminicidio di massa
Il nuovo appello affinché quanto perpetrato da Hamas tre mesi fa sia riconosciuto come crimine contro l'umanità: "Qualsiasi opinione abbiate sul conflitto oggi non conta. Le violenze di Hamas non sono stati eventi isolati, ma un piano studiato per oltraggiare le donne" dice il testo
È stato lanciato un nuovo appello affinché la comunità internazionale riconosca negli attentati terroristici di Hamas del 7 ottobre un femminicidio di massa: l'obiettivo è arrivare a una denuncia per crimini contro l'umanità seguendo l'iter della convenzione di Ginevra del 1949, che tra le altre cose designa sotto questa categoria anche gli stupri e le violenze sistematiche perpetrate in tempo di guerra. Il New York Times qualche settimana fa ha pubblicato un'inchiesta nella quale sono emersi gli orrori che i miliziani di Hamas hanno fatto ai corpi delle donne israeliane: decapitazioni, stupri, asportazioni di parti del corpo, violenze brutali di ogni tipo.
Orrori ai quali, fino a prima della pubblicazione dell'inchiesta del quotidiano americano, molti non credevano. Già in occasione del 25 novembre il tema era stato sollevato, in primis in Francia, con la pubblicazione dell'appello promosso dall'associazione Paroles de femmes. "Qualsiasi opinione abbiate sul conflitto – dice il testo – qui non si tratta di prendere una posizione politica. Qui si tratta di sottoscrivere che ci opponiamo sempre, in ogni caso, alla violenza di genere. Le violenze di Hamas non sono stati eventi isolati, ma un piano studiato per oltraggiare le donne. Chiunque condanni la violenza di genere non può rimanere indifferente, o girare la testa dall’altra parte. Se credi che la vita di ogni donna abbia un valore, unisciti a noi in quest’appello per affermare che nessuno stupro debba essere legittimato, chiunque ne sia l’autore. Non si può restare in silenzio. Lo dobbiamo alla memoria di tutte le nostre sorelle, anche quelle israeliane. Il femminicidio del 7 ottobre deve essere dichiarato femminicidio di massa e gli autori devono essere condannati per tale reato".
"Non si tratta di entrare nell’idea del conflitto, o immischiare giudizi politici: non si può tacere", spiega al Corriere della Sera Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del Teatro Parenti di Milano, tra le promotrici dell'appello. Tra i firmatari spunta la ministra della famiglia e delle Pari opportunità Eugenia Roccella. Dalla politica ci sono invece adesioni bipartisan, tra cui Maria Elena Boschi, Mara Carfagna, l’ex sindaca di Milano Letizia Moratti e l’ex ministra Giovanna Melandri. Si aggiungono Corrado Augias, Damiano Micheletto, Elisabetta e Vittorio Sgarbi, Marco Tronchetti Provera, Carmen Llera Moravia, Cristiana Mainardi, Lionello Cerri, Dacia Maraini, Ferruccio de Bortoli.
Dalle piazze ai palazzi