L'appello
Non facciamoci rubare da Mosca le parole per parlare di Mariupol
Nel mese della Giornata della memoria, si terranno quattro eventi legati alla giustificazione della guerra russa. Perchè permettiamo di riscrivere la realtà a un aggressore che viola ogni legge internazionale?
Sono originaria di Mariupol, e sono fortemente legata alla mia città con la mia storia personale, la mia famiglia, le mie amicizie e ho affrontato l’assedio della città in “prima linea”. Oltre alla casa dei miei genitori, ai posti che amo, agli affetti personali, i miei amici e conoscenti, nella Mariupol assediata è rimasta mia mamma. Mia mamma è nata nell’ottobre del 1945, ha 77 anni e ha dovuto affrontare la fame, la sete, il freddo e vivere “l’inferno sulla terra”, sotto continui attacchi missilistici che arrivavano dal mare, dalla terra e dal cielo. Ho dedicato gli ultimi anni a cercare di dare una risposta alla seguente domanda: come si può perdonare una aggressione violenta e costruire la pace? Cerco la risposta dal 2022, quando la Russia, dopo anni di guerra ‘”camuffata’’, ha fatto un passo in avanti per ridisegnare dei confini europei con l’unico argomento a sua disposizione: la prepotenza militare.
Ho cercato la risposta anche nel museo dell’Europa a Bruxelles, dove credo debbano andare tutti, ma sopratutto i giovani cui spetta costruire il domani. Non è un museo tradizionale che raccoglie gli oggetti, ma il museo della storia, raccontata dagli uomini di paesi che credevano fortemente nella pace, come l’unica soluzione per un futuro comune. L’8 luglio 1962 a Reims, in Francia si celebrava la messa della pace tra i tedeschi e i francesi, la riconciliazione dei loro paesi dopo la guerra. Mi domandavo com’è stato possibile perdonare l’imperdonabile? Pensiamoci, la costruzione dell’Europa dopo la Seconda guerra mondiale è stata affidata alle parole. Le parole che raccontavano e scrivevano la storia e il futuro delle nazioni che poco prima si consideravano nemici. Com’è stato possibile? Quali parole sono state usate per convincere a perdonare e andare avanti? La risposta è molto semplice: scegliere le parole giuste, che hanno aiutato a costruire la pace.
Vivo in Italia da 20 anni a da 15 sono cittadina italiana. Si potrebbe dire che ho ricevuto una “vaccinazione contro i regimi e le dittature” perché ho vissuto nell’Unione sovietica. Per sviluppare gli “anticorpi” ho dovuto impegnarmi per guarire dopo aver vissuto la “malattia del vedere il mondo all’incontrario”, che era la dittatura sovietica. Quel mondo che ha descritto George Orwell nei suoi romanzi. Per creare le narrazioni “del mondo all’incontrario” si usano le parole, che ci fanno credere che siano giuste, ma non lo sono, perché sono manipolazioni, provocazioni e giochi sporchi con la giustizia. Mi chiedo: se un pedofilo dovesse offrire ai bambini delle caramelle e gli promettesse di regalargli o fargli vedere un cucciolo, sarebbe benvenuto alle feste di compleanno dei vostri figli, perché racconta delle belle cose e sembra “saperci fare con i bambini”? No? Perché ? Perché sappiamo che non ha nessuna intenzione a fare del bene. In Italia ho scoperto tantissime cose, tra le quali una che oggi mi fa sorridere amaramente. Vivendo nell’Urss, non ho mai studiato la Seconda guerra mondiale, ma solo la Grande guerra patriottica ( 22/06/1941- 9/05/1945). Una guerra raccontata dalla propaganda tramite la censura, dall’ unico desiderio preparare le generazioni future per le nuove guerre, ovunque nel mondo, chiamandole guerre di “liberazione”. Ricordo molto bene come chiamavano la guerra in Afganistan, con cui mandavano a morire in un paese “confinante” dei ragazzi diciottenni.
Mia madre è sopravvissuta all’inferno di Mariupol, quello che il Cremlino chiamava “la liberazione della città dai nazisti ucraini” e lo scherzo del destino vuole che è arrivata in Italia dopo un lungo viaggio tramite la Russia dove è stata deportata dopo essere passato e schedata al campo di filtrazione il 25 aprile del 2022, giorno in cui l’Italia festeggiava la sua Giornata di Liberazione dal nazifascismo. Con grande rammarico vedo che il mese di gennaio, che è il mese in cui in Italia si celebra la Giornata della Memoria nel 2024 è diventato ricco di eventi legati alla narrativa della Federazione russa e al suo modo di “promuovere la pace” tra Milano, Lecco, Bologna e Modena. Dopo quasi 2 anni di invasione dell’Ucraina, migliaia di morti civili, i bambini ucraini deportati, intere città distrutte e prigionieri ucraini torturati o giustiziati, l’Italia accoglie a braccia aperte a oggi 4 eventi legati alla giustificazione e promozione della guerra che Mosca svolge sul territorio ucraino da 10 anni.
Il primo evento che ha provocato la risposta immediata sia da parte del corpo diplomatico ucraino sia dalle associazioni italo-ucraine e dalle persone che credono nei valori democratici, è stato “Mariupol.La rinascita dopo la guerra”. È una mostra/ conferenza promossa dall’associazione culturale Russia Emilia Romagna e organizzata in una sala municipale a Modena e in cui interviene il console generale della Federazione Russa Dmitry Shtodin, con una ricca biografia diplomatica e che ha il grado diplomatico di ministro straordinario e plenipotenziario della Federazione russa. Questa partecipazione e attenzione a un evento che sarebbe potuto passare inosservato prima del 2022, svela l’importanza per la propaganda di continuare a distruggere le democrazie dall’interno con parole e false narrative, impacchettate a regola d’arte con involucro prezioso della “Libertà di parola”. Mi chiedo come mai in Italia, permettiamo di riscrivere la realtà a un aggressore, un occupante, che viola ogni legge internazionale?
L’umanità ha pagato un prezzo carissimo e l’Europa ha costruito la sua pace sulle parole giuste, sul rispetto e le leggi che lo salvaguardano. Purtroppo l’inizio del 2024 mi porta il dubbio che l’Italia ha imparato la sua lezione e non sono sicura di cosa andranno a studiare le generazioni future sulla storia che si scrive oggi.