Robert Habeck, ministro dell'Economia e vicecancelliere tedesco - foto Ansa

In germania

Le proteste dei contadini tedeschi contro il vicecancelliere Habeck

Daniel Mosseri

Al ritorno dalle vacanze, il leader dei Grünen e ministro dell'Economia è stato travolto dalla manifestazione contro il piano di tagli che dovrebbe colpire anche gli aiuti per l’acquisto di macchinari agricoli: proclamato uno sciopero

Berlino. Finale di vacanza amaro per il vicecancelliere tedesco Robert Habeck e signora. Di ritorno da una pausa natalizia sull’isola di Hallig Hooge nel Mare del Nord, il leader verde, ministro dell’Economia e numero due del governo federale non è potuto sbarcare dal traghetto che giovedì sera riportava lui, la moglie e altri turisti a Schlüttsiel, sulla terraferma. Alcune centinaia di contadini infuriati hanno dapprima bloccato le strade verso il porto con decine di trattori, quindi hanno occupato, bloccandolo, l’attracco del ferry. I più scalmanati hanno infine cercato di salire sul natante. Momenti di tensioni risolti dall’intervento della polizia armata di spray urticanti. Scampata all’arrembaggio, l’imbarcazione ha fatto dietrofront riportando gli Habeck e altri malcapitati sull’isola delle Frisoni Settentrionali da dove, ore dopo, il vicecancelliere è finalmente riuscito a rientrare. L’immagine della contestazione molto concitata hanno colpito i tedeschi. Lo stesso Habeck si è lamentato del “clima surriscaldato”, ricordando che il diritto di protesta in Germania “è una grande conquista: ma la coercizione e la violenza distruggono questo bene. Io come ministro godo della protezione della polizia. Molti altri invece devono respingere gli attacchi da soli: sono ‘gli eroi e le eroine della democrazia’”.

 

I contadini hanno il dente avvelenato con Habeck e il suo partito: i Grünen sono i sostenitori dei tagli alle sovvenzioni pubbliche, per esempio, all’uso di diesel nelle aziende agricole. A metà dicembre centinaia di trattori avevano sfilato per il centro di Berlino arrivando fino sotto alla Porta di Brandeburgo in una manifestazione “alla francese”. Dopo le proteste il governo ha fatto parziale marcia indietro spalmando su un arco temporale più lungo il piano di tagli che dovrebbe colpire anche gli aiuti per l’acquisto di macchinari agricoli. Ma ormai la zappa di guerra è dissepolta e per lunedì prossimo tutti gli agricoltori tedeschi incroceranno le braccia. La violenza, certo, non si giustifica e l’associazione dei contadini tedeschi (Dbv) ha preso nettamente le distanze dall’azione al porto di Schlüttsiel: “Non va bene”, ha affermato il segretario generale di Dbv, Bernhard Krüsken. “Non è possibile violare la privacy delle persone, indipendentemente dalle posizioni che occupano”. Non è la prima volta che la contestazione mira alla sfera privata dei politici. Nel 2021, durante la pandemia, dei manifestanti no vax si erano assembrati prima davanti all’abitazione della ministra della Salute della Sassonia Petra Köpping e poi davanti all’appartamento della ministra-presidente del Meclemburgo Manuela Schwesig. Le due politiche sono socialdemocratiche ma lo scorso ottobre è stato il governatore della Sassonia, il Cdu Michael Kretschmer, a trovarsi gli estremisti di destra sotto casa infuriati per l’apertura di una struttura per migranti. Il caso di giovedì sera unisce due filoni: quello tedesco dell’abuso del privato e quello europeo del risentimento contadino verso i partiti verdi, i cui leader sono sempre molto cittadini e poco attenti ai problemi delle campagne. Non sono solo i Verdi tedeschi ad andare male nell’est contadino della Germania: a marzo del 2023 il partito olandese degli agricoltori Bbb andò fortissimo alle elezioni provinciali opponendosi ai piani degli ecologisti per abbattere le emissioni di azoto.

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