Tutte le nuove nomine con cui Macron prova a salvare la sua eredità politica

Jean-Pierre Darnis

Da Gabriel Attal a Rachida Dati a Stéphane Séjourné, il capo dell'Eliseo rilancia il governo francese per l'inizio dell'anno. La battaglia con il Rassemblement national

Il nuovo governo francese diretto da Gabriel Attal rappresenta un cambiamento che apre nuovi scenari nel gioco politico parigino. La fine del 2023 era stata difficile per la presidenza Macron, con la travagliata adozione della legge sull’immigrazione. Fra una maggioranza risicata in parlamento e un indice di gradimento debole, l’orizzonte di Emmanuel Macron sembrava assai grigio. Vi era quindi una relativa necessità per Macron di uscire dall’angolo e aveva annunciato un rilancio politico per l’inizio del 2024. Con la designazione di Attal a capo del governo, Macron riprende l’offensiva politica. Lo scopo primario è quello di dinamizzare il proprio campo nel contesto delle elezioni europee. I sondaggi attualmente premiano il Rassemblement National con una Marine Le Pen che beneficia automaticamente della crescita del “partito degli scontenti” della presidenza Macron, essendo la principale oppositrice già posizionata come potenziale alternativa per le presidenziali del 2027.

 

Le Pen ha avuto l’intelligenza di promuovere un suo giovane luogotenente, Jordan Bardella, a capo della lista del Rassemblement national per le europee, potendo anche apparire come fautrice del rinnovo generazionale e predisponendo un’evoluzione del partito che lasciasse il nepotismo della famiglia Le Pen alle spalle. Attal appare quindi come in grado di trascinare Renaissance, il partito di Macron, nella battaglia contro il Rassemblement National. Gabriel Attal è un fedele di Macron che però ha saputo imporsi per le sue doti politiche ma anche le sue capacità di comunicazione. Ha un profilo classico per le élite parigine, però non ha fatto l’Ena, l'École nationale d'administration, il che lo fa apparire   meno tecnocrate di   Emmanuel Macron. Incarna anche la modernizzazione dei valori della società francese, avendo dichiarato in modo pubblico la propria omosessualità, sancita da un’unione civile con Stephane Séjourné, deputato europeo e segretario generalo del partito Renaissance. Attal inoltre è stato brevemente ministro dell’Educazione nazionale, un dicastero molto delicato dove si è fatto valere con interventi decisi su questioni spigolose come l’interdizione per gli alunni delle scuole di abiti come il velo islamico e la tunica lunga, l’abaya. L’insieme di questi fattori spiega perché Attal goda di un forte indice di gradimento nei vari sondaggi.

 

D’altro canto l’immagine di Emmanuel Macron è molto logorata nell’opinione pubblica, mentre sconta la stanchezza dell’elettorato  nei confronti di chi esercita il potere presidenziale in Francia. Nonostante sia stato  rieletto per un secondo mandato nel 2022, attrae numerose critiche. Attal rappresenta quindi una faccia nuova in grado di associarsi a quella di Macron e di far beneficiare il governo della propria popolarità, un salto generazionale che è anche una vera e propria minaccia per Marine Le Pen. Se le europee solidificano la sua candidatura contro quella di Bardella, sarà difficile per la Pen presentarsi alle prossime presidenziali in quanto candidata “vecchia” contro un “giovane” oppositore, anche smentendo il rinnovo del proprio partito. Ma soprattutto Attal sembra in grado di occupare e mantenere vivo lo spazio politico aperto da Emmanuel Macron, ovvero una alleanza fra centro sinistra e centro destra, impedendo un ritorno alla dialettica bipolare destra/sinistra che molti si aspettavano dopo la seconda presidenza Macron.

 

Ciò potrebbe di fatto designare Attal come il successore  di Emmanuel Macron per le presidenziali del 2027, lasciando a bordo strada i vari Darmanin, Le Maire o Philippe che sembravano in grado di contendersi l’eredità. Inoltre, nel rimpasto governativo bisogna sottolineare due ulteriori elementi. Prima di tutto la nomina di Rachida Dati al ministero per la Cultura segna l’apertura a una fedelissima di Nicolas Sarkozy, donna politica di primo piano che gioca una propria partita per farsi eleggere sindaco di Parigi con l’appoggio del campo presidenziale. Poi però si sentirà anche il peso di una Rachida Dati in grado di contrastare sia l’ala destra, dalla quale proviene, ma anche di limitare lo spazio dei vari Darmanin e Le Maire che non vedono di buon occhio la crescita di Gabriel Attal. 

 

Dal ministero degli Esteri, esce Catherine Colona, che era sembrata in affanno nella gestione delle crisi in Africa e Medio Oriente, ed entra Stéphane Séjourné, compagno di Gabriel Attal, ultimamente cresciuto nel Parlamento europeo dove ha sviluppato notevole capacità di compromessi con le varie forze politiche. Questa nomina indica come Macron voglia maggiormente incidere nel contesto europeo: se il partito di Macron riuscirà a contenere la destra nazionalista del Rassemblement national, contribuirà a costruire il recinto intorno al gruppo “Europa delle Nazioni e della libertà”, una dinamica che avrà una valenza strategica sia all’interno che nell’arena europea. Si tratta poi di uno scenario con potenziali conseguenze per l’Italia dove l’attuale maggioranza di destra manifesta proiezioni divergenti nel contesto europeo e dove le forze centriste hanno difficoltà ad organizzarsi per rimanere al passo dello slancio proveniente dalla Francia macronista.