Un evento elettorale di Trump in Iowa (Chip Somodevilla/Getty Images) 

Europa vs Trump 2.0

La paura più grande dell'Ue è Trump su Ucraina e Nato

David Carretta

Relazione transatlantica, Nato, Russia e medio oriente, commercio: il 5 novembre tutte le certezze degli europei potrebbero crollare. Il gran timore per il ritorno dell’ex presidente di un Vecchio continente che non ha fatto la sua autonomia strategica

Bruxelles. Il premier del Belgio, Alexander De Croo, ieri ha iniziato un discorso per presentare le priorità della presidenza dell’Ue parlando dell’Iowa. “Se il 2024 ci riporterà America first, sarà più che mai l’Europa da sola”, ha detto De Croo davanti al Parlamento europeo. La schiacciante vittoria di Donald Trump nella prima competizione delle primarie repubblicane ha dato concretezza all’incubo che perseguita l’Ue da quattro anni. C’è ancora chi spera in una sorpresa Nikki Haley, la cui politica estera e di sicurezza è considerata compatibile con le esigenze e gli interessi degli europei. Ma l’Iowa certifica il potenziale ritorno di Trump. Relazione transatlantica, Nato, Ucraina, medio oriente, commercio: il 5 novembre tutte le certezze degli europei potrebbero crollare. “Niente può prepararci per il Trump-Armageddon”, riconosce al Foglio una fonte dell’Ue. Ma gli europei possono solo dare la colpa a sé stessi. È dal primo mandato Trump che cianciano di sovranità europea, senza riuscire ad accordarsi su cosa debba essere.

   

Di fronte al rischio Trump, “sovranità europea” rimane lo slogan prevalente a Bruxelles. “È chiaro che l’Ue deve rafforzarsi. Resilienza economica, sicurezza economica, capacità di difesa: stiamo lavorando in tutte queste direzioni ed è chiaro che la resilienza e la sicurezza saranno in cima all’agenda nei prossimi anni”, ha detto il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, rispondendo a una domanda del Foglio sul potenziale ritorno di Trump alla Casa Bianca. De Croo ha spiegato che l’Ue non deve “temere” la prospettiva di ritrovarsi da sola. “Dobbiamo affrontarla, mettendo l’Europa su fondamenta più solide: più forte, più sovrana, più autonoma”, ha detto il premier belga. Da quanti anni si ascoltano frasi simili? Nel 2017 era stato il presidente francese, Emmanuel Macron, a lanciare il progetto della “sovranità europea” proprio in risposta al primo mandato Trump. Nel corso di questi anni si sono aggiunti diversi sinonimi: “autonomia strategica”, “sovranità strategica”, “autonomia strategica aperta”. Dietro a ciascuna formula, c’è una visione diversa e concorrente. Macron e la Francia sono sospettati di volerne fare uno strumento di protezionismo economico stile “Europa first”. I paesi nordici non intendono mettere in dubbio l’apertura commerciale dell’Ue. La Germania e i paesi dell’est non riescono a immaginare il venir meno dell’ombrello di sicurezza degli Stati Uniti. L’Italia e la Spagna non vogliono rendersi conto che, in un ambiente geopolitico ostile, è necessario aumentare la spesa per la difesa. La vittoria di Joe Biden nel 2020 non è stata usata per rafforzare la sovranità europea, perché è prevalsa l’illusione (o il pio desiderio) di un ritorno definitivo allo status quo ante. Nemmeno la guerra della Russia contro l’Ucraina e l’aggressività della Cina sono state sufficienti a spingere l’Ue sulla strada della sua sovranità

   

Il principale timore europeo sono le intenzioni di Trump sulla Nato e sull’Ucraina. “Che decida o no di uscire dall’Alleanza atlantica, gli europei sono messi di fronte alla prospettiva che gli Stati Uniti non rispettino l’impegno alla difesa collettiva”, spiega un diplomatico. Secondo i dati della Nato, nel 2023 soltanto 9 stati membri dell’Ue hanno speso più del 2 per cento di pil nella difesa: Polonia, Grecia, Estonia, Lituania, Finlandia, Romania, Ungheria, Lettonia e Slovacchia. Sull’Ucraina l’Alto rappresentante, Josep Borrell, in ottobre ha ammesso che “l’Europa non può riempire lo spazio vuoto degli Stati Uniti”. Le promesse di aiuti finanziari sono messe a rischio dal veto di Viktor Orbán. L’industria europea non è in grado di produrre un milione di munizioni per l’Ucraina. Alcuni grandi paesi – Francia, Italia e Spagna – fanno molto poco in termini di forniture militari. Secondo Dombrovskis, “nell’attuale contesto geopolitico è importante che le potenze democratiche occidentali come Ue e Stati Uniti continuino a lavorare insieme”. Ma con Trump 2.0 la relazione transatlantica potrebbe sparire e i forum delle democrazie occidentali come il G7 diventare inutili. I rischi sono anche economici. L’Ue teme i dazi che Trump aveva utilizzato nel suo primo mandato. Tuttavia, anche in questo caso, ci sono responsabilità europee. La Commissione von der Leyen non è riuscita a sfruttare la presidenza Biden per mettersi definitivamente alle spalle i conflitti commerciali con gli Stati Uniti, né a negoziare nuovi accordi di libero scambio con altri paesi per diversificare i rischi per l’Ue.