Il patto Macron-Sarkozy
La neoministra Rachida Dati sconvolge tutti dicendo: voglio Parigi
Ex guardasigilli di Sarkozy e ministra della Cultura di Macron, ora vuole diventare sindaca della capitale francese. Le municipali saranno nel 2026: "Il mio desiderio è quello di riunire tutti quelli che vogliono che le cose cambino"
Parigi. In sette giorni, Rachida Dati si è ripresa il palcoscenico della politica francese. L’ex guardasigilli di Nicolas Sarkozy e neoministra della Cultura dell’esecutivo macronista ha annunciato ieri su Rtl che sarà candidata al comune di Parigi alle prossime elezioni municipali, che si terranno nel 2026. “Sono un’eletta parigina. Il mio obiettivo è Parigi. Il mio desiderio è quello di riunire tutti quelli che vogliono che a Parigi le cose cambino. Sono determinata”, ha dichiarato Dati, sindaca del Settimo arrondissement della capitale francese. Poi, rispondendo a una domanda precisa sulla sua possibile ricandidatura all’Hôtel de Ville dopo il tentativo fallito del 2020, ha confermato: “È tra tre anni. Certo, l’ho sempre detto”. La sarkozette, com’è soprannominata per la sua prossimità quasi simbiotica con l’ex capo dello stato, non ha mai nascosto la sua volontà di diventare sindaca della capitale, da sempre trampolino di carriere gloriose (Jacques Chirac è l’esempio più fulgido in tal senso: primo cittadino di Parigi per diciotto anni, 1976-1994, è diventato presidente della Repubblica nel 1995). Ma la tempistica dell’annuncio ha sorpreso un po’ tutti, compreso il capo dello stato, Emmanuel Macron, che martedì sera, nel corso della maxiconferenza stampa tenutasi all’Eliseo, ha assicurato di non aver affrontato la questione delle elezioni comunali con la sua nuova ministra: “Non abbiamo parlato di Parigi, so che faticherete a credermi, ma è la verità”.
A quindici anni dal suo ultimo giorno da ministra della Giustizia dell’epoca sarkozysta, Rachida Dati torna a essere la scheggia impazzita che tutti conoscono, la gollista insubordinata che, pur di riprendersi i riflettori, ha accettato il dicastero della Cultura da quel Macron a cui non ha lesinato critiche veementi in questi anni. La République en marche (oggi Renaissance)? “Un partito di traditori”. Le alleanze con la macronia? “Tutti quelli che hanno fatto delle alleanze opportunistiche con la République en marche alle elezioni municipali hanno perso. A sinistra come a destra. L’alleanza con En marche è il bacio della morte”. I gollisti che hanno accettato di diventare ministri e di unirsi al progetto di Macron? “È la destra chewing-gum, attaccata alle suole dei marcheur”.
Cacciata dai Républicains (Lr), il suo partito, subito dopo l’annuncio del rimpasto, ieri Rachida Dati ha annunciato ai consiglieri Lr e centristi che siedono accanto a lei al Comune di Parigi le dimissioni da Changer Paris, il principale gruppo di opposizione alla sindaca socialista Anne Hidalgo, l’arcinemica di Dati. Il vice presidente di Changer Paris, David Alphand, ha parlato di un “riposizionamento tattico” che può essere “il trait d’union tra i Républicains, i centristi, e, se ci sono affinità, anche con i macronisti”. Ma ci sono voci discordanti, a partire dal capogruppo dei deputati Lr all’Assemblea nazionale Olivier Marleix. Davanti all’Associazione dei giornalisti parlamentari (Ajp), Marleix ha assicurato che i Républicains, nel 2026, avranno uno o una candidata “che non sarà Rachida Dati”, lanciando una frecciatina all’ex ministra sarkozysta: “La vita politica si fonda sulle convinzioni, non sulle carriere personali”. Il senatore di Parigi Francis Szpiner, ex sindaco Lr del Sedicesimo arrondissement, ha parlato di “errore politico”. Per la maggior parte degli osservatori, la candidatura di Rachida Dati è frutto di un “deal” dietro le quinte tra Macron e Sarkozy, convinti che sia l’unica in grado di scalzare il sistema di potere di Anne Hidalgo, all’Hôtel de Ville parigino da dieci anni. Nata in una famiglia di origini modeste, padre muratore di origini marocchine, madre casalinga di origini algerine, e dieci fratelli, Dati è la figlia della diversità devota alla Francia, il simbolo dell’emancipazione e dell’assimilazione alla francese. Rachida, in arabo, significa “ragionevole”. Ma per tutti è tornata la solita, indomita Dati.