Manifestazione davanti alla Corte internazionale di giustizia (Foto di Selman Aksunger/Anadolu via Getty Images) 

oggi il verdetto

Cosa aspettarsi dalla sentenza del tribunale dell'Aia sul "genocidio" israeliano a Gaza

Enrico Cicchetti

I giudici della Corte internazionale di Giustizia decideranno se ordinare o meno misure di emergenza contro Israele, a seguito delle accuse mosse dal Sudafrica. Alle 13 italiane la decisione. Letture foglianti per approfondire

La Corte internazionale di Giustizia dell'Aia annuncerà venerdì 26 gennaio la decisione sulle misure di emergenza contro Israele, in seguito alle accuse presentate dal Sudafrica. Pretoria sostiene che l'azione militare di Tel Aviv nella guerra contro Hamas a Gaza costituisce un genocidio. Lo stato ebraico respinge con forza le accuse, che definisce "grossolanamente distorte" e ha chiesto di archiviare il caso.

  

Mercoledì la Corte Suprema delle Nazioni Unite ha dichiarato che il collegio di 17 giudici annuncerà la sua risposta venerdì a mezzogiorno (le 13 ora italiana). Il tribunale dell'Aia emetterà solo una sentenza provvisoria sul caso: non affronterà cioè la questione principale, ossia il fatto che Israele stia commettendo o meno un genocidio, ma esaminerà solo se adottare delle misure di emergenza. Una sorta di "ordine restrittivo", insomma, per evitare che la controversia peggiori mentre il tribunale esamina l’intero caso, cosa che di solito richiede anni.

 

Le sentenze della Corte internazionale di Giustizia sono giuridicamente vincolanti e senza appello, ma il tribunale non ha modo di applicarle. Inoltre Israele non è membro della Corte internazionale di Giustizia e non ne riconosce la giurisdizione. Tuttavia, è firmatario della Convenzione di Ginevra che attribuisce alla stessa Corte dell'Aia la giurisdizione su questioni relative a possibili violazioni della convenzione.

  

Separatamente, anche la Corte penale internazionale sta indagando sia su Israele sia su Hamas per presunti crimini di guerra. Anch'essa ha sede all'Aia ma non è un organo dell'Onu come è invece la Corte internazionale di Giustizia: si tratta di un tribunale penale che persegue singoli individui. Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha fatto una prima visita in Israele e in Cisgiordania il mese scorso e ha detto che un'indagine da parte della corte su possibili crimini da parte dei terroristi di Hamas e dell'Idf "è una priorità" per il suo ufficio.

 

  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti