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il pronunciamento dei giudici

L'Aia non chiede il cessate il fuoco a Gaza

Micol Flammini

La misura chiesta dal Sudafrica non passa, la Corte internazionale di giustizia chiede allo stato ebraico di intraprendere misure urgenti, punire l'incitamento al genocidio, assicurare gli aiuti umanitari. Il processo va avanti, in un mese Gerusalemme dovrà portare i dettagli ai giudici

Non era oggi il giorno preposto per deliberare sulle accuse di genocidio contro Israele, oggi all’Aia si decideva se portare avanti il caso e se accettare la richiesta del Sudafrica di ordinare a Israele delle misure provvisorie. Il Sudafrica a fine dicembre aveva presentato il caso alla Corte internazionale di giustizia ai sensi della Convenzione sul genocidio del 1948, Israele aveva chiesto di archiviare il caso. Oggi non si è deciso nulla nel merito dell’accusa per genocidio, il caso richiederà anni, la Corte ha ordinato a Israele di intraprendere delle misure urgenti per prevenire un genocidio dentro alla Striscia di Gaza, di punire l’incitamento al genocidio dentro al paese e di presentare entro un mese un rapporto dettagliato con tutte le misure intraprese. Secondo la giuria, composta da diciassette giudici, “almeno alcuni degli atti e delle omissioni commessi da Israele a Gaza sembrano poter rientrare nelle disposizioni della convenzione”. 

 

Per la Corte, Israele deve “prendere tutte le misure in suo potere” per prevenire che vengano commessi atti di genocidio contro i palestinesi, come previsto dall’articolo 2, adottare misure per prevenire e punire l’incitamento al genocidio contro i palestinesi e adottare misure per fornire “l’assistenza urgentemente necessaria per affrontare le condizioni dentro Gaza” e ha chiesto di fare di più per salvaguardare la vita dei civili. La richiesta del Sudafrica per un cessate il fuoco immediato e unilaterale non è stata accolta. 

 

La Corte non ha reali poteri esecutivi e non si sa se Israele rispetterà o meno le misure richieste: farlo o non farlo è anche una questione di posizionamento internazionale. La Corte ha richiesto la liberazione incondizionata degli ostaggi che Hamas tiene prigionieri nella Striscia, ma sui terroristi non ha alcun potere. 

 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)