l'intervista

La cooperazione con l'Italia secondo il primo ministro di eSwatini

Russell Dlamini è il premier dell'unico stato africano che riconosce Taiwan: "La nostra politica è non avere nemici". Al Foglio spiega cosa vuol dire sviluppare relazioni diplomatiche per controllare l'immigrazione

Giulia Pompili

"Penso che sia arrivato il momento che l'Italia si preoccupi di sviluppare relazioni anche con paesi che non contribuiscono direttamente alla sfida dell'immigrazione che l'Italia affronta. Forse il regno di eSwatini non contribuisce a questa sfida, ma noi stessi affrontiamo lo stesso problema e potrebbe essere interessante capire quale cooperazione potremo sviluppare". Lo dice al Foglio Russell Dlamini, 50 anni, dal novembre dello scorso anno primo ministro di eSwatini, monarchia dell'Africa meridionale e uno dei più piccoli stati del continente stretto fra Sudafrica e Mozambico, che si è reso indipendente dal Regno Unito nel 1968. Dlamini ha partecipato insieme ad altri capi di stato e di governo al vertice Italia-Africa organizzato dal governo guidato da Giorgia Meloni oggi a Roma

eSwatini è l'unico stato africano a ricoscere Taiwan. Cosa significa questa amicizia? "Abbiamo sviluppato questa relazione fin dall'indipendenza e non vediamo alcun motivo per abbandonarla. La nostra politica è non avere nemici e vogliamo che sia così anche in futuro", dice Dlamini.  

 

 


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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.