Le proteste in Francia
Gli agricoltori francesi non si accontentano: "Bloccheremo il paese"
I contadini non sono soddisfatti delle concessioni del governo e, dopo essere arrivati a Parigi, sono pronti a paralizzare i punti strategici dell'Esagono. Il ministero ha messo in campo la stessa quantità di forze di sicurezza usate per le proteste dei gilet gialli
Parigi. A Rungis non si erano mai visti i blindati della Gendarmerie. Rungis è il più grande mercato del fresco d’Europa, 1,5 milioni di tonnellate di pesce, carne, formaggi, frutta, verdura e fiori entrano ed escono ogni giorno dai suoi 234 ettari di estensione, una città nella città situata vicino all’aeroporto di Paris-Orly, fondamentale per rifornire i supermercati e i ristoranti della capitale francese, e uno dei bersagli della collera degli agricoltori, che ieri hanno lanciato l’“assalto di Parigi”, promettendo di bloccare i punti di accesso strategici.
È per proteggere Rungis e le altre zone sensibili della capitale e dintorni che, fin dal tardo pomeriggio di domenica, il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha deciso di dispiegare un imponente dispositivo di sicurezza, con tanto di veicoli blindati che non si vedevano dai tempi delle manifestazioni violente dei gilet gialli. A supporto, sul campo, 15 mila agenti tra poliziotti e gendarmi. I primi trattori sono arrivati davanti a Rungis verso le 3.30 del mattino, accampandosi davanti all’entrata del mercato internazionale sorvegliato dai blindati della gendarmeria. Poi, col passare delle ore, hanno preso forma le cosiddette “operazioni escargot”, con circa 1.700 agricoltori e 1.200 trattori a ostruire i principali snodi autostradali per accedere alla capitale: otto punti di blocco in tutto, che hanno provocato code chilometriche e disordini. “Gli agricoltori dei dipartimenti di Aisne, Aube, Eure, Eure-et-Loir, Ile-de-France, Marne, Nord, Oise, Pas-de-Calais, Seine-et-Marne, Seine-Maritime e Somme, membri della rete Fnsea e i Jeunes Agriculteurs du Grand bassin parisien iniziano un assedio della capitale a tempo indeterminato. Tutte le strade importanti che portano alla capitale saranno occupate dagli agricoltori”, hanno annunciato in un comunicato i due principali sindacati di categoria.
Il piano di semplificazioni in dieci punti annunciato venerdì dal primo ministro Gabriel Attal, tra cui lo stop agli aumenti delle imposte sul gasolio a uso agricolo, severe sanzioni per chi non rispetta la “legge Egalim” che regola e protegge il guadagno degli agricoltori nei confronti dei produttori e della grande distribuzione, e la promessa di stanziare 50 milioni di euro nella filiera bio, è stato bollato da Fnsea e Jeunes Agriculteurs du Grand bassin parisien come un elenco di “mesurettes”, ossia di misure pressoché ininfluenti, che non rispondono ai veri bisogni della categoria. Ieri, il ministro dell’Agricoltura francese, Marc Fesnau, ha annunciato su France 2 l’arrivo di nuove misure che “completeranno” le dichiarazioni fatte da Attal.
I motivi di rabbia degli agricoltori francesi sono molteplici: la Pac (Politica agricola comune), nonostante in Europa siano i principali beneficiari (ricevono 9-10 miliardi di euro di aiuti diretti ogni anno, pari al 18 per cento del portafoglio europeo), le regole più restrittive del “Patto verde” europeo, le norme sull’uso dei prodotti fitosanitari, il caro-energia e la concorrenza internazionale, a partire da quella ucraina considerata “sleale”, ma anche la burocrazia elefantiaca che ritarda rimborsi e indennizzi. Uno degli esempi spesso citati dai manifestanti è il rimborso sul pieno di gasolio per i veicoli agricoli che, invece di avvenire automaticamente e direttamente alla pompa, costringe i lavoratori a conservare scontrini e ricevute e a firmare per ogni rifornimento una dichiarazione scritta. Su questo punto, il premier Attal ha dato diverse garanzie venerdì scorso, assicurando che il sistema burocratico verrà snellito: ma non sono bastate.
Con gli annunci del ministro Fesnau previsti oggi, il governo spera di fermare la jacquerie degli agricoltori ed evitare una generalizzazione della protesta, in un momento in cui l’obiettivo principale è rilanciare il quinquennio dopo una prima parte di mandato a tinte fosche. Giovedì, il capo dello stato francese, Emmanuel Macron, incontrerà la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con la quale, secondo quanto riferito ieri dall’Eliseo, verrà affrontata la questione della crisi del mondo agricolo e le misure di sostegno che gli agricoltori richiedono all’Ue. L’incontro, che avverrà a margine del Consiglio europeo, verterà in particolare sull’accordo commerciale in fase di negoziazione tra Ue e Mercosur e l’arrivo dei prodotti ucraini nell’Unione europea.