Trump non ha l'immunità presidenziale, dice un tribunale federale
La corte d'appello del distretto di Columbia ha respinto la richiesta dell'ex presidente. Dovrà andare a giudizio per difendersi dalle accuse di aver cercato di sovvertire i risultati delle elezioni del 2020. Ma il tycoon può ancora fare ricorso davanti alla Corte suprema
Donald Trump non ha immunità e dovrà affrontare i processi. L'ex presidente americano sosteneva il contrario ma la corte d'appello del distretto di Columbia ha respinto la sua tesi e stabilito che dovrà andare a giudizio per difendersi dalle accuse di aver cospirato per sovvertire i risultati delle elezioni del 2020, vinte da Joe Biden, e di aver commesso una serie di illeciti con l’obiettivo di restare in carica. Donald Trump è anche sospettato di aver avuto ruolo nell’assalto dei suoi sostenitori al Congresso a Washington il 6 gennaio 2021. "Ai fini di questo procedimento penale, l'ex presidente Trump è diventato il cittadino Trump, che ha diritto a tutte le difese di qualsiasi altro imputato", hanno scritto i giudici. “Ma qualsiasi immunità che avrebbe potuto proteggerlo mentre era presidente non lo protegge più”.
Quella dei giudici della corte d'appello (due nominati dai democratici e uno dai repubblicani) non sarà l'ultima parola sulla vicenda. Steven Cheung, portavoce della campagna di Trump, ha detto che l'ex presidente “non è d'accordo” con la decisione della corte e farà appello contro la sentenza. Può infatti ancora sottoporre il caso al giudizio della Corte suprema, dove i magistrati di nomina conservatrice sono sei su nove.
Le 57 pagine di sentenza segnano comunque un momento importante nella giurisprudenza americana. Rispondono infatti a una domanda che non era mai stata affrontata (perché nessun ex presidente prima di Trump era stato incriminato): possono gli ex presidenti non essere ritenuti responsabili dalla giustizia penale per ciò che hanno fatto mentre erano in carica?
Oltre all’accusa federale, Trump deve affrontare accuse simili avanzate da un procuratore distrettuale in Georgia. Anche Jack Smith, il procuratore speciale incaricato di supervisionare i procedimenti federali, ha intentato una causa in Florida accusando il tycoon di aver trafficato con documenti riservati e altamente sensibili dopo aver lasciato l’incarico e di aver ostacolato gli sforzi per recuperarli. E a Manhattan, Trump affronta un processo nel quale è accusato di avere pagato in nero il silenzio della pornostar Stormy Daniels sui loro rapporti. I pagamenti non sarebbero di per sé illegali, ma il reato starebbe nella falsificazione dei libri contabili e nell'uso dei fondi della campagna per la Casa Bianca del 2016.