Segnali e Vpn dalla Russia chiusa

Micol Flammini

Mosca vuole rendere internet  più impenetrabile. A partire da marzo, un mese non casuale

Davanti a una platea di studenti delle scuole superiori, Ekaterina Mizulina, del comitato russo che si occupa di monitorare la diffusione di contenuti sicuri su internet, ha detto che “molto probabilmente” a marzo, le Vpn verranno bloccate. Non è una data casuale, a marzo la Russia vota, Vladimir Putin va incontro al suo quinto  mandato molto scontato e uno degli obiettivi futuri sarà quello di trasformare la Russia in una bolla ancora più impenetrabile. O meglio: di rendere il mondo impenetrabile per la Russia. La platea di studenti davanti alla Mizulina fa probabilmente largo uso di Vpn e qualcuno ha mormorato che sarebbe un peccato bloccarle, perché grazie alle reti private virtuali è possibile vedere film che in Russia non escono più, per esempio “Barbie”. Non soltanto, e questo gli studenti sono stati accorti a non dirlo, ma da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, le Vpn sono spesso il collegamento con l’informazione esterna, o più in generale con il mondo esterno. Putin non farà fatica a essere rieletto presidente – il suo sfidante dal passato politicamente camaleontico e dal carisma impalpabile, Boris Nadezhdin, è già stato avvisato dal Comitato elettorale russo che la sua candidatura ha diverse irregolarità – ma per evitare che i russi si accorgano della propaganda e delle mostrificazione del loro paese deve chiudere ogni contatto con il mondo esterno. Il putinismo è solido, ha una cerchia di ammiratori nutrita, ma il peso delle morti al fronte e la staticità dell’economia di guerra prima o poi avranno i loro effetti. Isolare i russi è la reazione più diretta e breve per rallentare la voglia di cambiamento. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)