Danze di coalizione
Sono falliti i negoziati di Wilders in Olanda
Dopo due mesi di trattative per il Nuovo contratto sociale, la rottura con il conservatore Pieter Omtzigt ha infranto il sogno del leader sovranista di formare una coalizione per governare il paese
Bruxelles. La strada di Geert Wilders per diventare primo ministro dei Paesi bassi, dopo la sua vittoria nelle elezioni legislative di novembre, ha incontrato un ostacolo inatteso martedì sera. I sogni del leader di estrema destra di prendere il posto di Mark Rutte sono andati a sbattere contro la cocciutaggine di Pieter Omtzigt, conservatore spesso tacciato di populismo, fondatore del Nuovo Contratto Sociale, che alle elezioni è arrivato al quarto posto, ma è diventato il kingmaker del prossimo governo. Dopo due mesi di negoziati segreti, mentre Wilders pregustava già un’intesa per andare al potere, all’improvviso Omtzigt si è alzato dal tavolo e ha fatto saltare le trattative che coinvolgevano anche il Movimento civico-contandino di Caroline van der Plas e i liberali del Vvd di Dilan Yeşilgöz. C’erano ancora molte difficoltà da superare e dettagli da affinare, ma Wilders era davvero convinto di potere diventare primo ministro, anche solo alla testa di un governo di minoranza. L’esito è “incredibilmente deludente”, ha detto Wilders: “I Paesi bassi vogliono questo governo e ora Pieter Omtzigt getta la spugna mentre fino a oggi eravamo ancora in discussione. Non lo capisco per niente”.
Omtzigt ha affidato la spiegazione a un lungo comunicato. Ufficialmente la ragione della rottura sono le intenzioni di Wilders nella politica fiscale. Il Nuovo Contratto Sociale ha chiesto allo “scout” (informatore), Ronald Plasterk, che sta facilitando i negoziati per la formazione del governo, di avere più dettagli sullo stato delle finanze pubbliche. Le lettere inviate da vari ministeri, che includono informazioni in parte riservate, delineano un quadro cupo per i prossimi anni. “In nessun caso il Nuovo Contratto Sociale vuole fare promesse agli olandesi che sa in anticipo essere vuote perché non potranno essere mantenute”, ha detto Omtzigt: “La sicurezza sociale non si costruisce con castelli in aria”. Sostenitore dell’austerità, Omtzigt ha costruito la sua popolarità sulla fama di politico puntiglioso e pignolo. Ma non sono solo i conti pubblici a preoccuparlo. Sin dall’inizio dei negoziati, le posizioni di Wilders espresse nel manifesto del suo Pvv sul rispetto dei diritti fondamentali delle minoranze, l’uscita dall’Unione europea e il sostegno all’Ucraina sono state contestate da Omtzigt, perché contrarie alla Costituzione olandese bassi.
Lo “scout” Plasterk farà rapporto al Parlamento dell’Aia lunedì. Se, come probabile, certificherà il fallimento dei negoziati su Wilders premier, toccherà a Frans Timmermans provarci. Il leader della coalizione tra socialisti e verdi, arrivata in seconda posizione alle elezioni, tuttavia ha possibilità quasi nulle di trovare una maggioranza alternativa nella Camera bassa. Wilders non ha perso tutte le speranze. Nella sua lettera Omtzigt dice di essere disponibile a dare “sostegno costruttivo a un governo di minoranza”. Wilders potrebbe usare una minaccia molto efficace: le elezioni anticipate. Più passa il tempo senza un accordo di governo, più il suo partito Pvv cresce nei sondaggi (dai 37 seggi attuali a 50 seggi sui 150 del Parlamento). Ma fare il primo ministro con il sostegno esterno di due grossi partiti fuori dalla maggioranza (il Nuovo contratto sociale e i liberali del Vvd) sarebbe un incubo per Wilders. Omtzigt nella sua lettera ha indicato un’altra opzione: “Un gabinetto extraparlamentare ampio”. Sarebbe un governo tecnico tipo quello di Mario Draghi in Italia. In ogni caso, serviranno ancora diversi mesi prima di capire in quale direzione politica andranno i Paesi bassi.
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