in francia
Sarkozy condannato a un anno per finanziamento illecito
L’ex presidente francese è stato condannato in appello per l'affaire Bygmalion, l’inchiesta sulle spese illecite per la campagna elettorale delle presidenziali del 2012 contro Hollande
Parigi. Per Nicolas Sarkozy arriva anche la condanna in appello. L’ex presidente della Repubblica francese è stato condannato oggi a un anno di prigione (di cui sei mesi con la condizionale) nel quadro dell’affaire Bygmalion, dal nome della società di eventi e comunicazione che ha sovrafatturato una serie di servizi all’allora Ump (oggi Républicains) per diversi milioni di euro durante la campagna per le presidenziali del 2012, perse contro il socialista François Hollande.
La sentenza d’appello è più leggera rispetto alla sentenza di primo grado (un anno di prigione senza la condizionale), e i sei mesi di carcere saranno scontati con misure alternative concordate tra i giudici e l’imputato nei prossimi trenta giorni. L’avvocato di Sarkò, Vincent Desry, ha dichiarato che la decisione è “contestabile”, che il suo cliente “è pienamente innocente” e che la battaglia continuerà in Cassazione. I giudici che oggi hanno assestato un altro duro colpo a Sarkozy, già implicato in altri scandali giudiziari, sono invece convinti che l’ex capo dello stato fosse consapevole dei rischi delle spese eccessive della sua campagna elettorale del 2012, e che non abbia fatto nulla per limitarli.
Le indagini hanno portato a galla un sistema di doppia fatturazione usato da Sarkozy e dai suoi giannizzeri, a partire dall’allora presidente del partito Jean-François Copé, per mascherare l’esplosione delle spese di campagna (quasi 43 milioni di euro a fronte di un tetto massimo autorizzato dalla legge di 22,5 milioni). L’Ump, per far funzionare questo sistema, aveva chiesto aiuto alla società Bygmalion, fondata da due amici di Copé. La filiale della società Bygmalion, Event and Cie, emise false fatture nei confronti dell’Ump per eventi mai organizzati, affinché parallelamente il costo dei comizi e degli eventi della campagna elettorale di Sarkozy risultasse fittiziamente ridotto. Secondo il tribunale correzionale che ha emesso la sentenza di primo grado, l’ex presidente aveva “continuato a organizzare meeting elettorali”, “chiedendo una riunione al giorno”, nonostante fosse stato “avvertito per iscritto” dei rischi di superare il limite di spese. “Decideva i meeting, dove si sarebbero tenuti e quanti ce ne sarebbero stati. Sembrava difficile dirgli di no (...) Sarkozy è quindi responsabile delle spese della campagna. È lui il padrone della campagna”, ha ribadito l’accusa in appello.
Assieme all’ex presidente gollista, sono stati condannati Guillaume Lambert e Jérôme Lavrilleux, rispettivamente direttore e vice direttore della campagna elettorale del 2012 (per entrambi due anni di prigione, di cui diciotto mesi con la condizionale). Lavrilleux fu il primo ad ammettere l’esistenza di un sistema di false fatture a beneficio di Sarkozy, “unico beneficiario della frode”, secondo le sue parole. “Favole e bugie”, ha detto Sarkozy durante il processo. Senza però convincere i giudici.
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