Foto di Hendrik Wieduwilt via Flickr

Dopo il 7 ottobre

Con 41 attacchi al giorno, gli ebrei inglesi si chiedono se hanno un futuro 

Giulio Meotti

Antisemitismo record nel Regno Unito: dopo gli attacchi di Hamas ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 40 anni. Gli incidenti sono aumentati del 150 per cento, arrivando a oltre quattromila nel 2023, di cui 2.700 dal 7 ottobre

Presto i pendolari della  rete ferroviaria di Londra prenderanno la linea “Lioness” (dal nome dalla squadra nazionale di calcio femminile), la “Mildmay” (in onore di un ospedale  famoso durante la crisi dell’Aids), la linea “Suffragette” e la “Liberty”. A rinominarle ci ha pensato il sindaco, Sadiq Khan, sempre ebbro di diversity. Intanto però la sua città non era mai stata così poco libera per gli ebrei.  Gli attacchi di Hamas contro Israele hanno portato l’antisemitismo in Gran Bretagna ai livelli più alti degli ultimi 40 anni, con gli incidenti nel Regno Unito aumentati del 150 per cento, arrivando a oltre quattromila nel 2023, di cui 2.700 dal 7 ottobre.

   

Una “esplosione di odio”, dice il governo Sunak. I livelli alle stelle suggeriscono una “celebrazione” degli attacchi di Hamas, afferma il rapporto del CST, l’ente per la sicurezza delle comunità ebraiche. Una delle figure ebraiche più importanti del Labour, Louise Ellman, ha avvertito Keir Starmer di rafforzare il controllo dei candidati laburisti o rischiare ancora una volta di portare il partito “in discredito”, come avvenne sotto Jeremy Corbyn. 3.328 casi di comportamenti abusivi, 305 minacce, 266 aggressioni, 182  vandalizzazioni e profanazione. Gli episodi di antisemitismo nelle scuole e nelle università sono aumentati di oltre il 200 per cento. Il Soho Theatre, a Londra, ha bandito Paul Currie, un comico, dopo attacchi al pubblico ebraico in sala.


Mark Gardner, direttore di CST, ha definito i dati “una vergogna assoluta”. “La nostra comunità viene molestata, intimidita, minacciata e attaccata da estremisti che si oppongono alla società nel suo insieme”. Gardner ha anche condannato il “silenzio di pietra” di settori della società che denunciano il razzismo “tranne quando si tratta di odio verso gli ebrei”. Una media di 31 attacchi al giorno. In 58 attacchi sono stati lanciati sassi, mattoni, bottiglie o altri oggetti, in 53 gli ebrei sono stati presi a pugni o calci e in 36  hanno sputato addosso. 15 casi in cui la vittima è stata spogliata degli abiti o  accessori religiosi. In 13 casi sono state utilizzate sbarre di metallo o altre armi, in dieci casi armi da fuoco finte e in altri dieci veicoli sono stati guidati con l’intento di ferire i pedoni. Ci sono stati 204 casi di odio antiebraico che hanno colpito le sinagoghe e le persone che viaggiavano da o verso i luoghi di culto, con un aumento del 143 per cento. All’Università di Leeds, il cappellano ebreo dell’università è ora sotto la protezione della polizia. 

  
Il Telegraph ci porta a Londra, dove i quartieri orientali  sono adornati di bandiere palestinesi. “Nelle strade principali, nei parchi, fuori dai negozi e ai cancelli delle scuole, la bandiera palestinese rossa, verde, nera e bianca è ovunque visibile, sventola alta dai lampioni, nei quartieri dove il 40 per cento della popolazione è musulmana, provocando paura e preoccupazione tra i genitori ebrei e gli attivisti che affermano che queste bandiere sono un tentativo deliberato di ‘indottrinare’ bambini e mettere in pericolo gli alunni. Famiglie ebree hanno affermato di essere state costrette a mandare i propri figli a studiare in un altro quartiere perché non potevano ‘garantire la loro sicurezza’ a Tower Hamlets”. C’è tanta paura e molti leader delle comunità ebraiche si domandano se ci sia per loro anche un futuro. Samuel Hayek, presidente del Fondo Nazionale Ebraico e uno dei più famosi filantropi, ha detto: “Gli ebrei non hanno futuro nel Regno Unito”. Ma se non ce l’hanno nell’unico paese d’Europa che non ha  avuto deportazioni e ghetti ma primi ministri ebrei, dove lo avranno?

  

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.