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L'appello della madre di Alexei Navalny: "Ridatemi il corpo di mio figlio"
Lyudmila Navalnaya si rivolge direttamente a Vladimir Putin e chiede che le sia restituita la salma del figlio. Il corpo è ancora trattenuto dalle autorità nella prigione dove è morto per svolgere gli esami tossicologici e verificare la causa di morte
"Ridatemi il corpo di mio figlio". È l'appello che Lyudmila Navalnaya, la madre dell'attivista russo Alexei Navalny, ha rivolto direttamente al presidente della Russia Vladimir Putin perché le sia restituita la salma del figlio. Negli ultimi giorni si è sviluppato un giallo attorno al corpo dell'attivista. Dopo la morte, avvenuta venerdì scorso, la famiglia si è subito recata nel carcere siberiano dove era stato trasportato a fine dicembre 2023, ma non è stato permesso loro di visionare il corpo: "Non sono riuscita a vederlo, sono cinque giorni. Non mi restituiranno il corpo o neanche mi diranno dove si trova", dice la donna in un video pubblicato dal team di Navalny.
"Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin. Risolvere questa questione dipende solo da lei. Lasciate che io veda mio figlio", afferma. Ieri alla famiglia di Aleksei Navalny e ai suoi avvocati è stato comunicato che il corpo del dissidente non sarà restituito per almeno due settimane, per consentire lo svolgimento degli esami tossicologici necessari per determinare la causa della sua morte.
Nelle immagini registrate davanti alla colonia penale a regime speciale situata all'estremo nord della Siberia, la madre di Nalvany è vestita di nero e indossa gli occhiali scuri. I familiari sono convinti che a ucciderlo sia stato il presidente Putin. Ieri, in un video pubblicato su X, la moglie Yulia Navalnaya ha sostenuto che le autorità russe starebbero nascondendo il corpo in attesa che le tracce degli agenti nervini utilizzati per uccidere l'attivista scompaiano del tutto.