A bruxelles
Von der Leyen rubacchia idee sulla Difesa
Il piano di Breton, quello di Michel e le difficoltà sulle riforme sostanziali. Malgrado l’impegno a fare di più, Francia e Germania continuano a bloccare lo European Peace Facility, lo strumento per finanziare le forniture di armi all’Ucraina
Bruxelles. Ursula von der Leyen ieri ha indossato i vecchi panni di ministro della Difesa per presentare la sua visione della politica di sicurezza dell’Unione europea di fronte alla guerra della Russia di Vladimir Putin in Ucraina e il rischio di ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’Ue deve “urgentemente ricostruire e modernizzare le forze armate” con un “turbo cambiamento nella capacità industriale della difesa nei prossimi cinque anni”, “come abbiamo fatto con grande successo con i vaccini o il gas naturale”. Quanto all’Ucraina a corto di munizioni, si possono usare le riserve della Banca centrale russa per comprarle? “Non potrebbe esserci simbolo più forte e utilizzo migliore di quei soldi che rendere l’Ucraina e tutta l’Europa un posto più sicuro in cui vivere”, ha detto la presidente della Commissione.
Come spesso le capita, von der Leyen saccheggiato idee altrui per mettersi sotto i riflettori, anche se dietro le quinte frena sulle proposte più ambiziose. La Commissione dovrebbe presentare la prossima settimana la “European Industrial Defence Strategy”. Il pacchetto è stato messo insieme da Thierry Breton e dalla sua squadra. “Dobbiamo produrre di più, più rapidamente e insieme come europei”, spiega il commissario francese. Per cambiare “paradigma”, Breton ritiene che l’Ue debba lanciarsi in acquisti congiunti e sostenere la produzione della base industriale. Von der Leyen ha accettato la richiesta di Emmanuel Macron di centrare il suo prossimo mandato sull’industria della difesa. Ma ha lasciato intendere che potrebbe affidare l’incarico di commissario alla Difesa a una personalità dei paesi dell’est. “Per creare il posto di commissario alla Difesa, i trattati devono essere cambiati. Se la questione è quella di un commissario all’Industria della difesa, mi sembra che ce ne sia già uno”, ironizza Breton. In effetti è lui. Breton ha ribadito la necessità di 100 miliardi e sostiene la proposta di debito comune dell’Ue, che viene osteggiata da von der Leyen.
Sull’idea di usare i profitti degli attivi russi per finanziare gli acquisti di munizioni per l’Ucraina stava lavorando il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. I suoi servizi nei prossimi giorni presenteranno un parere giuridico che dà il via libera all’utilizzo del bilancio dell’Ue attraverso l’attribuzione di risorse esterne. Von der Leyen ha rubato la scena, ma altri problemi rimangono. Malgrado l’impegno a fare di più, Francia e Germania continuano a bloccare la riforma della European Peace Facility, lo strumento per finanziare le forniture di armi all’Ucraina.
L'editoriale dell'elefantino