Paradossi
La filosofa Judith Butler sul 7 ottobre: "Né terrorismo né antisemitismo, ma rivolta"
L'accademica è professoressa dell'università di Berkeley: "Il 7 ottobre è una rivolta nata da una situazione di sottomissione e contro un apparato statale violento"
Chiedono “spazi sicuri” per gli 2SLGBTQQIA+, secondo l’acronimo coniato in Canada, ma non trovano terroristico né antisemita massacrare mille ebrei israeliani. Hamas lancia missili su Tel Aviv, una delle città più “gay friendly” del mondo, e i paladini dei diritti e della società liquida cantano “Free Palestine from the river to the sea”. Chissà in quale mare pensano si affacci, Tel Aviv. Judith Butler è la professoressa di Berkeley che ha cambiato il discorso sulla differenza e l’identità di genere. Fa il pieno di studenti e le sue idee sono state citate e attaccate anche dall’allora cardinale Joseph Ratzinger. Il sesso per Butler non è un fatto biologico, ma creato dalla parola. “Gender Trouble”, pubblicato nel 1990, ha reso Judith Butler una star. Ora Butler dice che l’attacco perpetrato da Hamas il 7 ottobre, che ha provocato più di mille morti e 200 ostaggi in Israele, è stato una “rivolta”.
Durante una tavola rotonda a Pantin, in Francia, la pioniera degli studi di genere nelle università americane ha dichiarato che il 7 ottobre non è né “un attacco terroristico” né “un attacco antisemita”, ma “un atto di resistenza armata”. “Possiamo avere posizioni diverse su Hamas come organizzazione politica, così come sulla resistenza armata, ma penso che sia più onesto, e storicamente più corretto, affermare che la rivolta del 7 ottobre sia stata un atto di resistenza armata” ha detto Butler. “Non è un attacco terroristico, non è un attacco antisemita: è stato un attacco contro gli israeliani. E sai, questo attacco non mi è piaciuto, l’ho detto pubblicamente. Tuttavia, sarei davvero stupido se decidessi che l’unica violenza in questa regione è contro il popolo israeliano”. Per fortuna che non le è piaciuto. Poi ha aggiunto: “Il 7 ottobre è una rivolta nata da una situazione di sottomissione e contro un apparato statale violento”. Butler è attualmente ospite d’onore all’École Normale Supérieure di rue d’Ulm a Parigi, dove tiene un ciclo di conferenze sulle “temporalità del lutto oggi”.
La teorica del femminismo queer, del sesso come “costrutto sociale”, era già intervenuta sui massacri perpetrati da Hamas e sulla guerra che ne è scaturita definendo “Hamas e Hezbollah movimenti sociali progressisti che appartengono alla sinistra globale”, innaffiando il suo pensiero con la retorica del pacifismo antagonista. Anche Masha Gessen, l’intellettuale russo-americana “non binaria”, ha paragonato la Striscia di Gaza ai ghetti dell’Europa orientale occupata dai nazisti in un saggio sul New Yorker, a cui è seguita una forte protesta alla vigilia della cerimonia del premio Hannah Arendt, assegnatole in Germania, e che si è svolta in sordina. Gessen non ha solo ribadito l’accostamento, ma l’ha spinto oltre avvicinando le rivolte dei ghetti ebraici alla “resistenza palestinese”.
Scrive Niall Ferguson sul Daily Mail che è piuttosto bizzarro trovare questi teorici del gender tifare per Hamas: “La dottoressa Kate Davison, che si definisce ‘storica queer della sessualità’ e docente di Storia a Edimburgo, non solo ha scritto che ‘la Palestina e i diritti umani dei trans sono la cartina di tornasole’, ma ha anche espresso sostegno a una dichiarazione dei docenti dell’Università Birzeit – un’istituzione in Cisgiordania – che celebra gli attacchi di Hamas come ‘combattenti della resistenza’. Questa ‘intersezionalità’ produce alcuni compagni di letto molto strani. Non è chiaro come se la caverebbero gli attivisti per i diritti queer se si recassero a Gaza per unirsi alla lotta per la libertà”.
In Libano e a Gaza come accoglierebbero queste teoriche queer cittadine del Grande Satana che insistono nel riferirsi a loro stesse al plurale? La risposta è tanto ovvia quanto raccapricciante. E chissà se la Butler italiana, Gianni Vattimo – il filosofo omosessuale del “pensiero debole” che disse di voler “sparare a quei bastardi sionisti” – aveva mai pensato cosa gli avrebbero fatto a Gaza, dove Hamas ha ucciso per omosessualità persino un suo comandante.