“Alternative alla bandiera bianca”. Chi è l'artista che trovate nella copertina di oggi
Serena Vestrucci trasforma gli elementi della quotidianità, conferisce nuove facce all’ordinario producendo un rinnovato modo di vedere. Così "imbroglia l'ordinario"
Serena Vestrucci (Milano, 1986) dedica le sue opere al quotidiano adottando un’ampia gamma di media, dalla pittura alla scultura e al video. Lascia che sia il processo a guidare il suo lavoro, esplorando visivamente i limiti e le regole di ogni mezzo, assecondando l’accidentalità e il caso. L’artista trasforma gli elementi della quotidianità, conferisce nuove facce all’ordinario producendo un rinnovato modo di vedere. Vestrucci descrive la sua pratica come “imbrogliare l’ordinario”, amplificando e sovvertendo i suoi materiali, i suoi esiti lo rifondono in una forma extra-ordinaria. Come dice l’artista, proprio come i coriandoli, “per farli funzionare bisogna lanciarli in aria”.
Il suo lavoro è il frutto di un approccio che denota uno sforamento della vita privata, dal concetto di caso, all’applicazione di regole in contesti diversi fino all’inutilità che può reiteratamente pervadere certi aspetti dell’ordinario. Nell’esplorazione fatta di un continuo susseguirsi di imprevisti ed escursioni, la materia rimane comunque semplice: make-up, ritagli di carta, il rumore dell’acqua, un broccolo. Cosi si racconta: “Meno mi sento artista meglio è. Mi chiedo che cosa volere da un lavoro. Cosa sto cercando all’interno di ciò che faccio? Dopo tutto, che cosa voglio? La ricerca dell’essere è in quello che si sta facendo. Tradire l’ordinario”.
La componente relazionale rimane centrale in questa vibrazione della retta proposta dall’artista. Le sue opere non sono da intendersi quali oggetti auto-sufficienti. Generalmente è il pubblico ad attivarli, completarli o complicarli. “Ho sempre in mente un dialogo, una tessitura di azioni che riguarda l’economia (di tempo, di denaro…), lo scambio, la sostituzione. E all’interno di questo penso al fruitore. Che cosa diventa? Come mi è stato fatto notare, non deve essere solo un tramite per l’esperienza dell’artista”. Dare voce alla noia o alla stasi quotidiana per alterare il punto di vista. La comprensione più accurata della realtà quotidiana si fonda sull’ambiguità, così come in questa rappresentazione della bandiera ucraina che con i colori leggeri di un pastello infantile lascia spazio ad una dimensione di ricerca di pace e offre un’alternativa alla famosa “bandiera bianca”.