LA STORIA
Sì, sono un propagandista di Mosca
Un giornalista lettone ammette di aver lavorato per diffondere quello che voleva il Cremlino, il suo lavoro prevedeva incontri con i funzionari di stato per studiare le strategie
Marat Kasem è un cittadino lettone, ha lavorato per anni in Russia, è tornato in Lettonia alla fine del 2022 ed è stato arrestato all’inizio del 2023 con l’accusa di spionaggio e di violazione delle sanzioni. Di professione è un giornalista, il suo ultimo incarico è stato per Sputnik Lituania, ora è fuori dal carcere su cauzione. Quando venne arrestato, i suoi colleghi a Mosca organizzarono proteste concitate davanti all’ambasciata lettone, capeggiate da Dmitri Kiselev, il presentatore che ha realizzato l’ultima intervista a Putin. I giornalisti si piazzarono davanti all’ambasciata con cartelli con su scritto: dov’è finita la tua libertà di stampa, Lettonia? Appena uscito dal carcere, Kasem ha detto che non tornerà in Russia e ha raccontato che il suo lavoro non aveva nulla a che fare con il giornalismo, che si coordinava con funzionari come la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova per cesellare le operazioni di propaganda. La capacità di Mosca di esporre i peccati occidentali si scontra con i fatti.