il caso
Nelle campagne elettorali i leader defunti resuscitano con i loro deepfake
Sempre più spesso i video di leader morti generati dall'intelligenza artificiale vengono utilizzati per fini politici: in India, Pakistan, Indonesia, Bangladesh. I dubbi etici e giuridici e il rischio disinformazione nelle elezioni
Al caos generato dall’intelligenza artificiale nelle campagne elettorali e nelle elezioni del 2024 si è aggiunto un altro fenomeno sempre più diffuso: i video dei leader morti e resuscitati dall’IA. In India, dove le elezioni si apriranno il 19 aprile, l’ex scrittore e primo ministro dello stato del Tamil Nadu, Muthuvel Karunanidhi, è apparso su un maxischermo alla presentazione dell’autobiografia dell’82enne politico indiano T.R. Baalu. Karunanidhi è morto nel 2018, ma suo figlio e attuale primo ministro dello stato lo ha resuscitato grazie alla tecnologia, e con tanto di occhiali da sole e sciarpa gialla, il fantasma del leader si è rivolto alla folla in un video di otto minuti per elogiare l’attuale leadership. E’ la terza volta in sei mesi che un suo deepfake viene usato per fini politici e secondo i media locali la reazione a questi video sarebbe stata talmente positiva da far pensare ai leader del partito di far fare al fantasma di Karunanidhi discorsi nella prossima campagna elettorale. L’opposizione ha poi deciso di rispondere con un altro deepfake, quello di Jayalalithaa Jayaram, attrice e anche lei ex primo ministro dello stato, morta nel 2016: “Abbiamo un governo statale corrotto e inutile”, dice in video lanciando un appello agli elettori dell’India meridionale perché votino il suo partito.
I leader deceduti e riabilitati nelle campagne elettorali funzionerebbero perché iconici e più popolari dei politici attuali, soprattutto in alcuni stati dell’Asia meridionale, ma introduce una serie di dubbi etici e giuridici – è giusto attribuire opinioni postume a un defunto? – e soprattutto rappresenta una minaccia per la democrazia di questi paesi, generando caos e disinformazione negli elettori. Secondo un report presentato al World Economic Forum di Davos la disinformazione, potenziata dall’intelligenza artificiale, rappresenta il principale rischio che il mondo si trova ad affrontare nel 2024. Il governo e gli attivisti indiani hanno denunciato la diffusione di questi video come una minaccia per “l’integrità delle elezioni”, mentre altri hanno ammesso i vantaggi economici e non solo di fare campagna elettorale con l’aiuto dell’intelligenza artificiale.
L’India ha un rapporto complicato con le campagne elettorali, è stato il primo paese nel 2020 a utilizzare video generati dall’IA per fini politici e già nel 2012 il primo ministro Narendra Modi aveva organizzato suoi ologrammi in 3D in modo che potesse apparire simultaneamente in posti diversi – una delle strategie comunicative che lo hanno portato a vincere le elezioni nel 2014. Ma non è l’unico paese in cui si sta diffondendo questo fenomeno. In Indonesia, il video di tre minuti dell’ex generale Suharto, morto nel 2008, ha raccolto su X in pochi giorni oltre 4,7 milioni di visualizzazioni: “Sono Suharto, il secondo presidente dell’Indonesia e vi invito a eleggere rappresentanti del popolo di Golkar”, ha detto il defunto in occasione delle elezioni dello scorso febbraio. Anche in Bangladesh, i sostenitori del partito al potere alle elezioni di gennaio hanno fatto utilizzo di deepfake per screditare l’opposizione, perché ridicolizzare un avversario politico sarebbe uno strumento di campagna più efficace che chiamarlo “delinquente o truffatore”. E in Pakistan, l’ex primo ministro Imran Khan ha utilizzato voce e video generati dall’intelligenza artificiale per fare campagna elettorale per il suo partito dal carcere: ha raccolto oltre 1,5 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Questa “immortalità digitale” è destinata a migliorare e diventare sempre più sofisticata grazie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, rendendo agli elettori sempre più difficile distinguere su internet realtà e finzione. La Cina sta investendo moltissimo in questo campo, secondo le stime di Pechino la dimensione del mercato per gli “esseri umani digitali” nel 2022 valeva 12 miliardi di yuan e prevede che si quadruplichi entro il 2025. Giovedì, in occasione della festa cinese di Qingming, la festa degli antenati simile al nostro giorno dei morti che si festeggia anche a Taiwan, si è parlato molto dei servizi che resuscitano i defunti in video per aiutare a elaborare il lutto dai loro cari: li chiamano chatbot per la terapia del dolore, e ieri moltissime persone anziché andare a visitare e spazzare le tombe dei propri antenati sono riusciti a riconnettersi con loro su uno schermo. “Intorno a me pensano che io abbia perso la testa, ma io volevo sentire di nuovo la voce di mia figlia”, ha detto un cantante taiwanese in un’intervista.