La conferenza-denuncia di Pineda e Albanese a Bruxelles, contro Israele
L'eurodeputato spagnolo, da molti anni capo delle politiche internazionali del Partito comunista iberico, e la relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi saranno domani al Parlamento europeo. Accusano lo stato israeliano di commettere un genocidio
Alla fine di marzo, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati dal 2022, ha presentato un documento di 25 pagine dal titolo: “Anatomia di un genocidio”. Ieri, il presidente della delegazione per le Relazioni con la Palestina, lo spagnolo Manu Pineda, ha indetto una conferenza stampa su questo documento: è prevista per domani, nella sala dedicata ad Anna Politkovskaya al Parlamento europeo a Bruxelles. Albanese parte da un contesto storico, chiamiamolo così, in cui sostiene che l’intenzione di genocidio da parte degli ebrei ai danni dei palestinesi precede la costituzione stessa dello stato di Israele e poi questo stesso stato ne è diventato l’esecutore fino ad arrivare – questa è la parte centrale del documento – al “mimetismo umanitario”, cioè a “distorcere le leggi della guerra per nascondere l’intento genocidiario”. Dopo l’attacco del 7 ottobre – che è stato organizzato e perpetrato da Hamas, un’organizzazione che nel suo statuto ha l’obiettivo di uccidere tutti gli ebrei in quanto ebrei: vale la pena ricordarlo, visto che Albanese non lo fa – “una caratteristica fondamentale dell’operato di Israele è stata l’intensificazione della de-civilianization dei palestinesi”, scrive Albanese.
Il titolo del suo documento – solitamente questi documenti hanno titoli descrittivi – ha attirato l’attenzione di Manu Pineda, un eurodeputato della Sinistra unita spagnola, da molti anni capo delle politiche internazionali del Partito comunista spagnolo. A dicembre, in diretta da Cuba, “l’isola della dignità assediata dall’imperialismo”, Pineda aveva rilasciato un’intervista all’emittente libanese al Mayadeen, legata all’Iran, in cui diceva: “Oggi, il mondo intero sa che Israele è un’entità terroristica che è diventata immune alle dichiarazioni secondo cui gli ebrei sono le vittime che hanno diritto alla terra palestinese”, e ancora: “Come espressione, Israele è morta”. Pineda parla di crimini di guerra da parte di Israele già dall’ottobre dello scorso anno, di genocidio contro i palestinesi, i quali però sono destinati a vincere la loro lotta di liberazione. Su Facebook, Pineda usa il nome (di battaglia?) Manu Abu Carlos, e nel 2013 aveva pubblicato una sua foto con due uomini con il volto coperto e le armi in mano – tutti e tre con la kefiah – di cui uno era Abu Jumal, il portavoce delle Brigate del martire Abu Ali Mustafa, di cui Pineda elogiava “la grande capacità di analisi” e “la determinazione” a portare avanti la lotta di liberazione palestinese contro tutti gli oppressori: Israele, ma anche l’Unione europea e gli Stati Uniti.