bruxelles e pechino
Sul fronte economico e militare la Cina è una minaccia per l'Ue
Gli stati europei sembrano ignorare l'allerta lanciata dall'Amministrazione Biden. Lo dimostrano due viaggi in programma nelle prossime settimane: quello di Scholz a Pechino e quello di Xi in Francia
Bruxelles. L’Unione europea si trova di fronte a un nuovo doppio problema Cina. Il primo è militare, con il crescente sostegno di Pechino alla macchina da guerra di Vladimir Putin, che minaccia la sopravvivenza dell’Ucraina. Il secondo è economico, con la strategia scelta da Xi Jinping per rilanciare l’economia cinese attraverso la produzione ed esportazione di tech e greentech, che minaccia la sopravvivenza delle imprese europee. In entrambi i casi è l’Amministrazione di Joe Biden ad aver lanciato l’allerta. La ministeriale della Nato e la riunione del Consiglio Commercio e Tecnologia (Ttc) tra Ue e Stati Uniti sono state le due occasioni usate dagli americani per prevenire i loro omologhi europei. E per aumentare la pressione, nel momento in cui – sia sull’Ucraina sia sull’economia – alcune capitali dell’Ue non vogliono guardare in faccia la minaccia cinese.
Alla ministeriale della Nato è stato il segretario di stato, Antony Blinken, a inviare un messaggio esplicito agli europei sul ruolo della Cina per rafforzare l’apparato industrial-militare russo. “Diversi paesi stanno aiutando la Russia a costruire la sua base industriale di difesa e a continuare a perpetrare la sua aggressione contro l’Ucraina. La Cina continua a fornire materiali per sostenere la base industriale della difesa russa”, ha detto Blinken in pubblico. Secondo diverse fonti, a porte chiuse, il segretario di stato è stato ancora più chiaro e duro. Durante il Ttc, la rappresentante americana per il Commercio, Catherine Tay, ha spiegato che in termini di flussi commerciali, produzione e consumi, la strategia di Xi per la crescita cinese “mette sotto pressione l’economia americana. E vedo crescente pressione sull’economia europea. Questo richiede un intervento”. Tay ha chiesto di concordare misure difensive e offensive. Il segretario al Commercio, Gina Raimondo, ha ricordato che “il ruolo della tecnologia avanzata ha cambiato le regole del gioco quando si tratta di sicurezza nazionale ed economica”. Gli americani hanno chiesto all’Ue di lavorare “insieme per contrastare qualsiasi coercizione o pratica non di mercato da parte di qualsiasi altro paese, inclusa la Cina”.
Il Consiglio europeo del 17 e 18 aprile sarà dedicato all’economia e alla competitività, ma ci sarà spazio anche per la situazione drammatica dell’Ucraina. Ma l’appello americano rischia di cadere nel vuoto. Finora i grandi paesi dell’Ue non hanno voluto attivare contro la Cina quella che è considerata un’arma nucleare: vietare le esportazioni di materiali e tecnologie utilizzate nelle armi prodotte in Russia nei paesi che non fanno abbastanza per combattere l’elusione delle sanzioni occidentali. Solo una manciata di imprese cinesi è finita nella lista nera dell’Ue. Sulla minaccia economica, la strategia del derisking promossa da Ursula von der Leyen non sta portando risultati. Non è abbastanza rapida e profonda per proteggere le imprese europee sulle tecnologie del futuro. I leader europei sembrano avere una visione molto diversa da quella degli americani sul pericolo cinese. Il 15 e 16 aprile, appena prima del vertice europeo, Olaf Scholz sarà in visita in Cina con la solita grossa delegazione di imprese tedesche. Il presidente cinese, Xi Jinping, è atteso per una visita in Francia all’inizio di maggio. L’Italia, uscita dalle Nuove Vie della Seta, sta perseguendo un nuovo partenariato strategico con la Cina.