davanti ai giudici
La giurista tedesca che ricorda agli smemorati dell'Aia cos'è Hamas
Il Nicaragua ha accusato la Germania di essere complice di Israele nella sua presunta opera di sterminio del popolo palestinese. Ieri Berlino ha respinto le accuse “basate su una descrizione distorta della realtà”. La difesa di Tania von Uslar-Gleichen
Berlino. “La rappresentazione portata dal Nicaragua è parziale e martedì vi diremo come siamo pienamente all’altezza delle nostre responsabilità”. Una dichiarazione asciutta con cui lunedì la Germania non ha nascosto il fastidio per l’accusa – gravissima – del Nicaragua. Il governo sandinista di Managua ha accusato quello di Berlino di essere complice di Israele nella sua presunta opera di sterminio del popolo palestinese. Tedeschi genocidi. Di nuovo. Da cui la richiesta urgente alla Corte internazionale di giustizia di imporre alla Germania uno stop alla vendita di armi a Israele come di riprendere gli aiuti all’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi sospettata di connivenza con i terroristi di Hamas.
Lo scorso 30 gennaio il gabinetto del cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sospeso i versamenti all’Unrwa continuando invece a vendere armi a Israele per un totale di 326,5 milioni di euro nel 2023, dieci volte di più rispetto ai 32,2 milioni del 2022. Particolare importante, l’anno passato la Germania ha autorizzato la vendita di armi a Israele per 218 volte, 185 di queste dopo il 7 ottobre, data del pogrom scatenato da Hamas nel sud dello stato ebraico. Il governo Scholz ha pure limitato le manifestazioni pubbliche propal dai toni antisionisti: insomma, la Repubblica federale è allineata con determinazione con Israele. E con altrettanta determinazione, ieri Berlino ha respinto come irricevibili le accuse del Nicaragua “basate su una descrizione distorta della realtà”, ha argomentato davanti ai giudici dell’Aia la responsabile del servizio giuridico del ministero degli Esteri della Germania, Tania von Uslar-Gleichen.
Giurista e diplomatica, Uslar-Gleichen non è un funzionario qualunque: fra il 2019 e il 2022 è stata vicepresidente del Servizio Federale di Intelligence (Bnd); prima è stata viceambasciatrice a Londra e prima ancora Commissario per i diritti umani della Farnesina tedesca. Uslar-Gleichen è figlia d’arte: suo padre è stato addetto militare tedesco a Washington, dove lei è cresciuta, mentre suo nonno Harald sosteneva Hasso von Boehmer, uno degli organizzatori del fallito attentato del 20 luglio 1944 ad Adolf Hitler ordito da una cerchia di nobili e militari di orientamento nazionalista. All’Aia la giurista 60enne ha ricordato lo storico impegno di Berlino per la soluzione a due stati e per lo sviluppo della società palestinese sostenuta con 1,5 miliardi di euro in donazioni a una serie di organizzazioni internazionali che fanno della Germania il primo paese donatore al mondo.
Le sue altre parole parlano da sole: “La Germania ha imparato dal suo passato: un passato che include la responsabilità di uno dei crimini più orribili della storia umana, la Shoah. Questo spiega uno dei princìpi su cui poggia la nostra politica estera riguardo a tutte le questioni del medio oriente. La nostra storia è il motivo per cui la sicurezza di Israele è stata al centro della politica estera tedesca. Questa responsabilità deve continuare a guidarci perché il diritto all’esistenza di Israele continua a essere negato. Infatti, viene negato nella domanda del Nicaragua, nella sezione dedicata ai massacri di Hamas del 7 ottobre. Secondo il Nicaragua, questi attacchi erano diretti contro ‘gli insediamenti situati nei territori palestinesi occupati di Sderot, Kfar Azza, Nir Oz e Be’eri’. La Germania respinge fermamente questa idea”.
Le bugie hanno le gambe corte. E agli sbadati giuristi di Managua ha poi ricordato che “gli attacchi terroristici di Hamas hanno provocato 1.200 morti e migliaia di feriti (...) e sono stati presi 240 ostaggi, molti dei quali tenuti in ostaggio fino a oggi”. E la crisi umanitaria? “A differenza del Nicaragua, la Germania sa bene che anche Hamas ha obblighi di diritto internazionale umanitario, anche nei confronti della popolazione civile di Gaza. Hamas non solo non rispetta i suoi obblighi, ma rinuncia anche a qualsiasi responsabilità nel modo più cinico”. Genocidi, semmai, sono gli scudi umani, i radicali islamici e chi li sostiene per interesse politico.
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