Destra in tilt

Salvini boccia il piano migrazione Ue cui plaude il Viminale (e Meloni)

Pietro Guastamacchia

Il leader della Lega spara sul patto Migrazione e Asilo approvato a Bruxelles, che invece riceve la soddisfazione di Piantedosi e Fratelli d'Italia. Suicidio del Pd, che si chiude con il M5s nella stanza di chi non conta più nulla

Bruxelles. Lega confusa sul patto Migrazione e Asilo: la linea leghista si accartoccia e mentre Salvini accusa Bruxelles, Piantedosi festeggia. Diviso alla meta inoltre arriva tutto il governo italiano le cui tre anime votano in modo diverso. Suicidio Pd, che dopo dieci anni di urla contro la destra che lascia i tavoli europei delle soluzioni comuni, abbandona la corsa a un metro dal traguardo.

 

E insomma, a Bruxelles, mentre le sinistre europee festeggiano la vittoria, il Pd di Elly Schlein si chiude con il Movimento 5 Stelle nella stanza di chi non conta più nulla. Ma in tilt, ieri, c’è andata anche la destra, con un cortocircuito interno alla maggioranza di governo italiana che ha un nome: Lega. Ovvero, Matteo Salvini. A sparare sull’accordo appena approvato, mentre a Bruxelles von der Leyen festeggia l’intesa “storica che non lascerà mai più i Paesi del Mediterraneo da soli” ieri è stato infatti subito Salvini che definisce il patto “una proposta deludente che non risolve in alcun modo il problema dei flussi illegali e dei clandestini lasciando sola l’Italia”.

 

Peccato che pochi minuti dopo il ministro Piantedosi, tecnicamente scelto da Salvini, rilasci parole di soddisfazione:  “Dopo anni di stallo sulla politica migratoria, con il voto di oggi del Parlamento europeo sul Patto Migrazione e Asilo il regolamento di Dublino è stato finalmente superato”. Il ministro leghista va oltre e  spiega che l’accordo Ue “garantirà frontiere esterne più sicure, procedure rapide ed efficienti per l’asilo, espulsioni più veloci, una maggiore solidarietà nei confronti dei paesi di primo ingresso”.

 

Sul patto arriva fuoco anche da est con il premier Viktor Orbán che lo definisce “l’ennesimo chiodo sulla bara in cui si è messa l’Ue”. Dal fronte meloniano invece, nonostante la comunanza di vedute col premier ungherese, soddisfazione e entusiasmo (anche se un po’ trattenuto). All’Eurocamera infatti Fratelli d’Italia si schiera sostanzialmente a favore dell’accordo, votando contro soltanto a uno dei nove testi legislativi che compongono il pacchetto delle nuove regole europee per la gestione comune dei flussi migratori. La delegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles però si attiva per stemperare l’entusiasmo che si sparge per l’Eurocamera, “è un passo avanti ma non un voto storico”, dice Carlo Fidanza, “i progressi veri si faranno solo con una nuova maggioranza a Bruxelles”, spiega il capo delegazione di FdI.

 

Mentre i meloniani fanno i responsabili però in fondo a destra intanto qualcosa si muove. Le delegazioni del Rassemblement National, del Fpo austriaco, che in Europa siedono nel gruppo Id e del Pis polacco e dello spagnolo Vox, che siedono invece nella famiglia dei conservatori di Ecr inscenano un punto stampa congiunto fuori dall’emiciclo. Sull’assenza degli italiani glissa l’ungherese di Fidesz Balazs Hidvegi “avranno posizioni differenti chiedete a loro” che però sottolinea, “speriamo qui nasca un’alleanza anti migranti destinata a durare”. Festa in casa Ppe, che incassa un accordo disegnato sulla sua linea, e anche un sostegno da Meloni che non è passato inosservato. Si sbilancia off the record un peso massimo dei popolari dell’Est Europa: “E’ Fdi che ha salvato il patto, mentre Verdi e parte dei Socialisti hanno cercato di azzopparlo”.
 

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