La reazione

L'Iran ha lanciato l'attacco contro Israele

Decine di droni sono partiti dal territorio iraniano in direzione di Israele. Sono stati lanciati anche missili da crociera. Un attacco coordinato è partito anche dallo Yemen, dall'Iraq, dalla Siria e dal Libano

Micol Flammini

L'Iran ha lanciato decine, forse centinaia, di droni dal proprio territorio in direzione di Israele, ha detto il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari. Ci vogliono almeno otto ore prima che i droni arrivino nello spazio aereo di Israele e l'esercito ha organizzato un piano di difesa con gli americani  – il generale americano che si occupa di medio oriente, Michael Kurilla è in Israele da giovedì – e con gli altri paesi della regione – la Giordania ha chiuso il suo spazio aereo appena si è avuta la prima notizia della partenza dei droni – per intercettarli. Secondo fonti di Israele, l'Iran ha anche lanciato dei missili da crociera. Potrebbero essere lanciati anche missili balistici.

L'attacco coordinato è partito anche dallo Yemen, dall'Iraq, dalla Siria e dal Libano. Il ministero della Difesa di Teheran ha fatto sapere ai paesi della regione che se apriranno lo spazio aereo a Israele per intercettare i droni, potrebbero essere attaccati anche loro. La Giordania ha annunciato che intercetterà i droni iraniani.

Si è riunito gabinetto di guerra israeliano per affrontare l’imminente minaccia.

   

Il presidente americano Joe Biden ha deciso di rientrare in anticipo alla Casa Bianca dal fine settimana in Delaware, ha convocato il Consiglio di Sicurezza nazionale nella Situation room per discutere dell'attacco e farà un discorso dall'ufficio ovale. Intanto il segretario alla Difesa, Lloyd Austin, ha discusso le "minacce regionali urgenti" con Israele e ha ribadito il "pieno sostegno" degli Stati Uniti nella difesa da questi attacchi.

Nel pomeriggio l’agenzia iraniana Tasnim aveva detto che la Marina del corpo dei pasdaran ha sequestrato una nava portacontainer, la Msc Aries, battente bandiera portoghese e associata alla Zodiac Maritime del miliardario israeliano Eyal Ofer. La Msc Aries viaggiava verso lo Stretto di Hormuz, l’ultima volta era stata individuata al largo di Dubai, aveva disattivato il tracciamento, secondo una procedura che seguono molte delle navi associate a Israele nella regione.

Il video dell’attacco è stato pubblicato dall'Associated press (Ap) e la nave viene descritta come “sequestrata” mentre navigava nel Golfo di Oman, al largo della città di Fujairah. La scena appare chiara: un commando si cala da un elicottero sul ponte della nave. L'Ap non ha potuto verificare il video, ma la pratica è comune ad altri abbordaggi, mentre l’elicottero utilizzato corrisponde ai modelli dei pasdaran iraniani. 


 

Fujairah, sulla costa orientale degli Emirati Arabi Uniti, è il porto principale della regione per le navi che imbarcano nuovi carichi di petrolio, fanno rifornimenti o cambiano l’equipaggio. E’ dal 2019 che nel mare al largo di Fujairah avvengono dirottamenti ed esplosioni, la Marina americana ha accusato l’Iran di attaccare le navi e petroliere, ma questa volta l’assalto è avvenuto in un clima particolare, mentre è molto alta l’allerta per una risposta dell’Iran dopo l’attacco israeliano che il primo aprile ha ucciso Mohammad Reza Zahedi, uno dei generali più importanti della Repubblica islamica mentre si trovava nel consolato iraniano di Damasco. Gli Stati Uniti hanno detto che la risposta di Teheran non è questione di “se” ma di “quando”, Washington si è impegnata a garantire la sicurezza dello stato ebraico dall’offensiva che secondo molte fonti potrebbe avvenire proprio nel territorio israeliano. 

 

Episodi del genere secondo l’esercito israeliano fanno parte della strategia iraniana di prosciugare le forze di Gerusalemme, di creare confusione e pericolo anche attraverso i gruppi che Teheran ha armato negli anni fino a trasformarli in eserciti organizzati che impiega per attaccare Israele. Secondo Jason Brodsky, direttore di Uani, l’attacco alla portacontainer Msc Aries potrebbe essere parte di un tentativo di risposta coordinata.

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)