l'anticipazione
Esclusiva: il rapporto Letta al Consiglio europeo
Integrazione dei mercati della finanza, dell’energia e delle telecomunicazioni. Unione dei risparmi e degli investimenti. Sistema europeo di aiuti di Stato. Le proposte dell'ex premier Enrico Letta ai leader europei
Bruxelles. Trasformare il mercato unico dell'Unione europea per un mondo molto più grande, lanciare un'Unione dei risparmi e degli investimenti per garantire che i capitali privati restino in Europa e finanzino la transizione verde e digitale, introdurre un nuovo sistema europeo di aiuti di stato a livello europeo per evitare le frammentazioni provocate da quelli nazionali. Sono queste alcune delle proposte contenute nel rapporto di Enrico Letta sul futuro del mercato unico dell'Ue, che sarà presentato al Consiglio europeo giovedì mattina.
L'ex primo ministro italiano ha lavorato sodo. Circa 150 pagine con diagnosi e cure. Letta ha anche lavorato in coordinamento con Mario Draghi, che presenterà un altro rapporto sul futuro della competitività europea entro la fine di giugno "Il mercato unico non è solo un concetto astratto, è la pietra miliare del processo di integrazione dell'Ue", si legge nel documento, che il Foglio ha ottenuto in esclusiva. Per prosperare "tutti noi - istituzioni dell'Ue, stati membri, imprese, cittadini, lavoratori e società civile - dobbiamo giocare il nostro ruolo. Letta vuole trasformare il mercato unico "in un vero mercato europeo, ponendo le basi per un ampio balzo in avanti in un quadro economico integrato". La diagnosi di Letta è cupa. "I cambiamenti demografici e la ristrutturazione dell’economia globale rischiano di compromettere il ruolo complessivo dell’Unione europea nel mondo", scrive l'ex presidente del Consiglio. Tuttavia la perdita di influenza non è "irreversibile”. “Con adattamenti strategici abbiamo il potenziale per affrontarla. L’Ue può ancora beneficiare di risorse ad alto impatto, ma fare affidamento esclusivamente sulle capacità esistenti non sarà sufficiente", dice il rapporto. Secondo Letta, "l’influenza futura dell’Europa dipenderà dalle prestazioni e dalla scalabilità delle sue attività. Oggi, le imprese europee soffrono di un deficit dimensionale sorprendente rispetto ai loro concorrenti globali, principalmente Stati Uniti e Cina. Questa disparità ci penalizza in numerosi ambiti: innovazione, produttività, creazione di posti di lavoro e, in ultima analisi, la sicurezza della stessa dell'Ue. Pertanto, è fondamentale sostenere le grandi imprese dell’Ue affinché diventino più grandi e competano sulla scena globale. Questo può consentire la diversificazione delle catene di approvvigionamento, attrarre investimenti esteri, sostenere gli ecosistemi dell’innovazione e proiettare una forte immagine dell’Ue". E questo "non è solo un imperativo economico, ma anche strategico".
Per Letta, "la mancanza di integrazione nei settori finanziario, energetico e delle comunicazioni elettroniche è una delle ragioni principali del declino della competitività dell’Europa". Secondo il rapporto, "è urgente recuperare il ritardo e rafforzare la dimensione del mercato unico" in questi settori. La raod map per la prossima legislatura in questi settori è chiara. Ma non basta. Un'altra sfida per far prosperare le imprese ed evitare che delocalizzano fuori dall'UE è "il carico burocratico significativo" nei vari paesi europei. Gran parte di questo carico burocratico deriva dalla sovrapposizione di regolamentazioni e complessità amministrative generate dal complesso sistema di governance complesso dell'Ue". La soluzione dovrebbe essere di ricorrere più ai regolamenti (che hanno applicazione diretta) e meno alle direttive (che vanno trasposte dalle autorità nazionali) Inoltre, un "Codice europeo del diritto di impresa" potrebbe permettere di fare un salto in avanti verso un mercato unico unito. Tra la doppia transizione verde e digitale e le necessità di rafforzare il settore della difesa la sfida principale rimane quella dei finanziamenti. "Nella prossima legislatura, sarà necessario dirigere tutte le energie verso il sostegno finanziario della transizione, canalizzando tutte le risorse pubbliche e private verso questo obiettivo per rendere possibile la traosfmazione del sistema produttivo. Letta propone "la creazione di un'Unione dei risparmi e degli investimenti". Il rapporto sottolinea che il risparmio dell'Ue ammonta a 33 trilioni di euro, ma attualmente 300 miliardi di euro l'anno di risparmi delle famiglie europee vengono investiti altrove, principalmente nell'economia americana. Ma esista un altro problema: l'allentamento delle regole sugli aiuti di stato per far fronte alle crisi. "C'è un rischio che nel corso del tempo questo approccio amplifichi le distorsioni della parità di condizioni dentro il mercato unico a causa della differenza nello spazio fiscale disponibile per gli stati membri". Secondo Letta, "un modo per superare questo dilemma potrebbe essere di bilanciare un'applicazione più stretta degli aiuti di stato a livello nazionale e la progressiva espansione del sostegno finanziario a livello di Ue". La proposta è "un meccanismo di contribuzione agli aiuti di stato" a livello di Ue, che richieda agli stati membri di allocare una porzione dei loro finanziamenti nazionali per finanziare iniziative e investimenti paneuropei. Nel suo rapporto Letta affronta altre due sfide strategiche. La prima è quella dell'allargamento. "Un'Ue più larga, oggi come ieri, è il migliore strumento per proteggere gli interessi e la prosperità europea", dice il documento.
Secondo Letta, "l'attenzione del dibattito non dovrebbe essere sull'obiettivo dell'allargamento in sé, ma più particolarmente sui metodi e il calendario di questi allargamenti". L'allargamento fa paura. Il rapporto suggerisce la creazione di una Facility di solidarietà per l'allargamento con risorse finanziarie per gestire le esternalità e facilitare il processo. La seconda sfida è quella dell'industria della sicurezza e della difesa. Secondo Letta, la capacità industriale in questo settore ha bisogno di una "trasformazione radicale". Il suo rapporto suggerisce lo sviluppo di "un mercato comune per l'industria della sicurezza e della difesa". Il rapporto sarà presentato da Letta al Consiglio europeo giovedì mattina. Successivamente i capi di stato e di governo dell'Ue discuteranno delle sue proposte e conclusioni.
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