Boualem Sansal - foto via Getty Images

L'intervista

"Abbattere il regime iraniano prima che abbia l'atomica". Parla Boualem Sansal

Giulio Meotti

"Teheran pensa che se riuscirà a distruggere Israele, tutti i paesi musulmani passeranno sotto la sua bandiera e formerà il più grande impero del mondo con due miliardi di seguaci", dice lo scrittore algerino al Foglio

“L’Iran è convinto che se riuscirà a distruggere Israele, tutti i paesi musulmani passeranno sotto la sua bandiera e formerà il più grande impero del mondo con due miliardi di seguaci”. Parla così al Foglio Boualem Sansal, il più famoso romanziere algerino, autore di 2084 (Neri Pozza). Ci fu Disintegrazione del mito dell’Olocausto, il titolo del libro dell’allora presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che parlava della Shoah come di un “mito” e di Israele come un “tumore”. Nel 2015, la Guida suprema Ali Khamenei ordinò un video in cui si vedono soldati musulmani che guardano Gerusalemme e si preparano a conquistarla. La clip porta il titolo “Preparazione alla completa distruzione di Israele da parte delle Guardie rivoluzionarie islamiche”.
 

Poi l’inaugurazione di un orologio in una piazza di Teheran che conta i giorni che mancano alla distruzione di Israele. Khamenei ha anche condiviso sul suo sito web un poster: una bandiera palestinese che si alza sulla moschea di al Aqsa e la frase “soluzione finale”, l’espressione usata dai nazisti alla Conferenza di Wannsee che pianificò lo sterminio degli ebrei. La Guida suprema ha pubblicato un libro intitolato Palestine nel quale spiega che Israele, “tumore canceroso”, sarà spazzato via con una guerra di attrito per costringere gli israeliani ad andarsene e sottrarsi alle minacce che incombono su di loro e l’occidente si renderà conto che sostenere il “progetto sionista” è troppo oneroso e lo abbandonerà a se stesso.
 

Questi esempi  spingono Sansal, 74 anni, grande scrittore algerino da sempre in lotta contro l’islamismo radicale, vicino agli ebrei e a Israele, a spiegare così al Foglio il progetto iraniano: “L’Iran è sempre stato un grande paese e una grande civiltà. Non c’è dubbio che sia uno stato razionale e strategicamente efficiente. Nonostante l’embargo occidentale, è riuscito a mantenere un alto livello di sviluppo scientifico, industriale e militare, grazie al quale è diventato un ricercato venditore di armi moderne. Il problema è che, con la rivoluzione di Khomeini, è diventato una teocrazia con la missione messianica di governare l’islam, unificarlo e lanciarlo alla conquista del mondo. Il suo progetto nucleare è specificamente concepito per raggiungere questo obiettivo. È anche un deterrente perché si sente in pericolo, circondato com’è dalle potenze nucleari di India, Pakistan e Israele”.
 

L’ultimo romanzo di Sansal per Gallimard ha un titolo evocativo: Vivre: le compte à rebours, una specie di apocalisse in cui restano solo 780 giorni di vita. “L’occidente lavora ormai solo per il breve termine, mentre la Repubblica islamica dell’Iran ha affidato al governo il breve termine e ora si occupa esclusivamente del medio e lungo termine”, continua Sansal al Foglio. “L’islamizzazione del mondo viene pianificata e organizzata nell’arco di un secolo. L’unica soluzione è abbattere questo regime prima che si doti di armi nucleari, che lo renderebbero completamente immune da qualsiasi minaccia, come è riuscita a fare la Corea del nord, che ora deride l’occidente mentre la Corea del sud spende tutte le sue energie per scimmiottare l’occidente e produrre gadget. È nell’interesse dell’occidente ritrovare il senso di responsabilità, che è sempre a lungo termine”.
 

Sansal ha definito Israele il “villaggio gallico”.  “Asterix racconta l’eroica e interminabile lotta di un piccolo villaggio gallico nel centro della Gallia, conquistato dalla potente Roma”, dice Sansal. “Allo stesso modo, Israele è circondato da paesi arabi che cercano di farlo sparire. Il suo scandalo è  quello di esistere e di aver sconfitto gli eserciti arabi uniti contro di lui. Questo è considerato un’umiliazione suprema per gli arabi, i musulmani, Maometto e Allah stesso. Israele è il vettore di una terribile contraddizione: quella dell’unicità dell’islam. Israele è dunque come il villaggio gallico che resiste in una terra che impedisce di essere islamica dall’inizio alla fine. Va oltre la politica e la religione. È ontologico”. 
 

Sansal si rammarica della passività europea. “L’Europa è un grande scandalo”. “È la prima potenza economica e culturale del mondo, ma l’ultima potenza diplomatica e militare. Oggi sta cadendo come un frutto maturo nelle braccia di due pericolose dittature, Russia e Cina, e dell’islamismo. Delenda Europa è il loro programma comune”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.