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la diplomazia

La conferenza in Svizzera sull'Ucraina è già piena di trappole

David Carretta

Il 15 e 16 giugno a Bürgenstock si discuterà di pace: l'intenzione è costruire una “road map” per la partecipazione successiva della Russia ai negoziati. Ma il vertice rischia di “offuscare la fotografia", avverte la presidente estone Kallas

Bruxelles. La conferenza “Pace in Ucraina” che il governo svizzero sta organizzando per il 15 e 16 giugno a Bürgenstock, vicino al lago di Lucerna, potrebbe trasformarsi in una “trappola” per il presidente Volodymyr Zelensky, ha avvertito la premier estone, Kaja Kallas, mercoledì a margine del Consiglio europeo. Se la Russia non sarà sconfitta, Vladimir Putin potrebbe approfittare dei risultati di quella conferenza e rafforzare la sua posizione per realizzare i principali obiettivi della sua guerra: l’annessione dei territori occupati e la sovranità limitata dell’Ucraina. Il presidente russo potrebbe anche sfuggire a qualsiasi responsabilità, sia per i crimini di guerra di cui è accusato sia per i danni inflitti con la sua guerra. La situazione sul campo di battaglia favorevole alla Russia e le tattiche negoziali di Mosca potrebbero convincere la comunità internazionale a rinunciare ai principali punti del piano per una pace giusta di Zelensky. “Fino a quando la Russia non avrà cambiato i suoi obiettivi, finché non darà il suo accordo a riconoscere l’integrità territoriale dell’Ucraina e ammettere la responsabilità per i crimini commessi, non penso che sarà una pace sostenibile”, ha spiegato Kallas, insistendo che la conferenza “è piena di trappole”.

 

 

Il 10 aprile il governo svizzero ha annunciato l’organizzazione della conferenza “Pace in Ucraina” con un comunicato: il Consiglio federale “è consapevole delle incognite che incombono fino a giugno, ma in virtù della lunga tradizione diplomatica della Svizzera e dei riscontri incoraggianti ricevuti durante la fase esplorativa, ritiene che sia sua responsabilità contribuire al processo di pace in Ucraina”. La Svizzera è prudente: come “primo passo” serve “un’intesa comune tra i paesi partecipanti riguardo al percorso da seguire verso una pace globale, giusta e duratura in Ucraina”. La Russia non parteciperà all’incontro. Secondo il quotidiano Neue Zuercher Zeitung, il presidente americano, Joe Biden, potrebbe essere presente. Era stato lo stesso Zelensky a chiedere alla Svizzera di procedere sulla base del suo piano in dieci. L’Unione europea vuole tentare di coalizzare il Sud Globale dietro alla causa di Zelensky. Uno dei successi vantati dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz, durante la sua visita a Pechino è la possibile partecipazione della Cina, anche se non si sa ancora a quale livello. “Il presidente Xi (Jinping) e io siamo d’accordo: Cina e Germania intendono coordinarsi in modo intenso e positivo per promuovere l’organizzazione di una conferenza ad alto livello in Svizzera e future conferenze internazionali sulla pace”, ha detto Scholz.
 

L’Estonia, come gran parte degli altri paesi europei del nord e dell’est, conosce bene le tattiche negoziali della Russia. Un elemento ha suscitato allarme. La Svizzera ha detto di voler costruire a  Bürgenstock una “road map” per la partecipazione successiva della Russia ai negoziati. A prima vista, è normale che le due parti stiano attorno allo stesso tavolo. Ma è proprio questo scenario a preoccupare Kallas. “Abbiamo la formula di pace di Zelensky che ha dieci punti. L’idea è riunire il maggior numero possibile di paesi senza la Russia e poi la Russia viene invitata. Se fossi la Russia, prenderei sette dei dieci punti, quelli più insignificanti, come la sicurezza nucleare. Ma non direi nulla sull’integrità territoriale, la sovranità e la responsabilità per i crimini”. A quel punto – secondo Kallas – il resto della comunità internazionale si metterebbe a fare “pressione sull’Ucraina per dire che la Russia ha già ceduto su sette punti e ora siete voi a dovere dare qualcosa”. La conferenza di  Bürgenstock rischia di “offuscare la fotografia. La Russia ha conquistato territorio, risorse, l’aggressione ha pagato e tutti si mettono a fare pressioni sull’Ucraina”, quando “gli obiettivi della Russia sono assolutamente contraddittori rispetto alla pace”. Senza sconfitta militare “con un milione di persone sotto le armi, appena questa guerra finisce, (la Russia) inizierà a rafforzare le sue truppe sul fianco orientale” della Nato, perché non sarà stato fatto “abbastanza per evitare un’altra guerra”, ha avvertito Kallas.

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