in Israele
Le dimissioni del generale Haliva, simbolo del collasso della sicurezza di Israele il 7 ottobre
Il capo dell’intelligence militare disse degli allarmi su Hamas: “Aria fritta”. Lascia pure il generale Fuchs. Gli Stati Uniti valutano le prime sanzioni contro un battaglione dell’Idf
Dopo il giorno più nero della storia israeliana si era formato un consenso sulla necessità di aspettare fino al dopoguerra per indagare su come Hamas fosse riuscito a invadere il paese, massacrare 1.200 innocenti e prenderne 240 in ostaggio. Dopo sei mesi cade la testa del capo dell’intelligence militare israeliana, Aharon Haliva. Lunedì 22 aprile si è dimesso, mentre dagli Stati Uniti venivano valutate le prime sanzioni americane contro un battaglione dell’esercito israeliano.
“Mi porto dietro quel giorno nero, giorno e notte”, ha scritto Haliva in una lettera al capo di stato maggiore, mentre nelle stesse ore arrivavano anche le dimissioni del capo del comando centrale dell’esercito, Yehuda Fuchs. Anche lui si assume la responsabilità degli errori sul 7 ottobre.
Di oggi la notizia, riferita da funzionari di Gerusalemme al New York Times, che Israele ha evitato di colpire obiettivi militari a Teheran su richiesta americana, francese e tedesca (ha scelto una base di Isfahan).
Dopo il 7 ottobre sono emerse sempre più informazioni sul collasso della sicurezza. E molte puntavano su Haliva e i suoi subordinati, compresa l’attivazione da parte di Hamas di sim card israeliane (quelle palestinesi non funzionano oltre confine). L’unità di osservatrici della base di Nahal Oz ha subìto le perdite maggiori durante l’assalto. L’unità era responsabile di monitorare 24 ore su 24 le telecamere di sicurezza lungo il confine di Gaza e di allertare esercito e intelligence. Diciassette sono state uccise il 7 ottobre e sette prese in ostaggio. Una, Naama Levy, è stata filmata a piedi nudi, trascinata per i capelli, le mani legate dietro la schiena e i pantaloni macchiato di sangue, segno della violenza sessuale. Nelle interviste con Channel 11, due colleghe hanno raccontato che nei mesi precedenti l’invasione avevano avvertito che i terroristi di Hamas si addestravano per prendere il controllo dei kibbutz e delle basi. Hanno visto e riferito tutto. Ma ufficiali di alto livello vicini ad Haliva hanno ordinato loro di fermarsi. L’hacker Rafael Hayun ha lavorato per anni per l’esercito, che gli ha fornito attrezzature per monitorare le comunicazioni di Hamas. Anche Hayun ha iniziato a riferire di Hamas che lavorava all’invasione di Israele, la penetrazione della barriera in più punti, la conquista di comunità, omicidi di massa e rapimenti. Hayun ha allertato le unità con cui lavorava. Cinque mesi prima dell'assalto, ai suoi colleghi fu ordinato di lavorare con lui. Anche l’Unità 8200 sotto il comando di Haliva ha smesso di monitorare le comunicazioni di Hamas.
Anche un sottufficiale dell’intelligence esperto di Hamas con vent’anni di esperienza ha iniziato a fornire rapporti dettagliati sui preparativi di Hamas nel maggio 2022. Includevano aspetti dell’invasione che avrà luogo il 7 ottobre, compreso l’uso di deltaplani e motociclette. Il suo comandante ha annullato una vacanza con la famiglia perché aveva sentito che Haliva avrebbe visitato la loro base. Haliva ha respinto gli avvertimenti definendoli “aria fritta”. Hamas, disse Haliva, stava bluffando.
Alle 4 del mattino del 7 ottobre, a causa di un aumento dei movimenti di Hamas vicino al confine, gli alti dirigenti della sicurezza, tra cui il capo di stato maggiore Herzi Halevy, il direttore dello Shin Bet Ronen Bar, il comandante del comando meridionale Yaron Finkelman e l’assistente di Haliva (Haliva era in vacanza sul mare di Eilat), ne discussero e decisero di tornare a letto. Si misero d’accordo di riparlarne alle 8 del mattino successivo. Hamas ha invaso alle 6:30. Uri Sagi, ex capo dell'intelligence militare, dirà: “Haliva non pensava che fosse abbastanza importante tornare da Eilat al Kirya (quartier generale dell’esercito a Tel Aviv)”. Dal 2022, Haliva e i colleghi dell’intelligence erano convinti che Hamas fosse stato contenuto.
I media di destra israeliani tirano in ballo la politica della famiglia Haliva. L’ex moglie e madre dei suoi figli, Shira Margalit, ha sostenuto le proteste politiche che hanno investito Israele nell’ultimo anno. La figlia di Haliva ha parlato ai raduni anti Netanyahu.
Ma a far cadere il capo dell’intelligence militare non è stata la politica, ma la compiacenza: come altri dell’apparato di sicurezza, Haliva pensava che Hamas fosse diventato razionale.
Yitzhak Brick è l’unico ufficiale militare israeliano di alto profilo ad aver previsto che qualcosa non andava. “Potrebbe esserci un massacro, lo stato di Israele non ha ancora riconosciuto il pericolo”, aveva avvertito Brick. “Abbiamo la sensazione che tutto vada bene e che non vi sia alcuna minaccia, ma all’opinione pubblica non viene detto che Hamas si sta preparando”. Brick lo ha detto mesi prima del 7 ottobre, ma nessuno ha voluto ascoltarlo. “La verità è che una realtà immaginaria è stata creata dallo stato maggiore e diffusa in tutto l’esercito. Siamo impazziti?”.