Proteste fuori e dentro

Fino a dove arriverà lo scontro tra i democratici su Israele? Sul confine c'è Trump

Paola Peduzzi

Le proteste nelle università ingigantiscono la divisione nel Partito democratico su Israele. La Squad si sente forte

Summer Lee ha vinto le primarie per il Congresso nel 12esimo distretto della Pennsylvania battendo Bhavini Patel, che ha incentrato la sua campagna sulla posizione di Lee contro gli aiuti a Israele, contro una risoluzione del Congresso che ribadiva l’alleanza con Israele e che è stata tra i primi deputati democratici a chiedere un cessate il fuoco senza condizioni a Gaza. Lee fa parte della “Squad”, il gruppo di deputati dell’ala più a sinistra del Partito democratico al Congresso, che è capitanata da Alexandria Ocasio-Cortez, e che ha preso spazio e popolarità dopo il 7 ottobre, contrastando l’Amministrazione di Joe Biden schierata con Israele. La vittoria di Lee è risuonata molto forte a livello nazionale, perché la frattura sul medio oriente approfondisce le divisioni dentro i democratici.  

 

Ilhan Omar, deputata del Minnesota, anche lei della “Squad”, ha festeggiato la vittoria di Lee e ha sottolineato che la rivale Patel aveva il sostegno di associazioni pro Israele e anche del più grande finanziatore finora del Partito repubblicano, il miliardario Jeff Yass. Come a dire: siamo noi il vero baluardo contro il trumpismo. Omar due giorni fa è andata alla manifestazione anti Israele dell’Università del Minnesota  – che come tutte le proteste universitarie di questi giorni sfocia negli inni a Hamas – dicendo: sono orgogliosa di voi e del vostro coraggio nel denunciare il genocidio di Israele a Gaza. La settimana scorsa, sua figlia Isra Hirsi è stata sospesa dal Barnard College, il collegio femminile della Columbia University, perché ha organizzato e partecipato alla creazione della “zona liberata” dentro al campus, un’area di tende e di proteste in cui non è possibile garantire la sicurezza degli studenti e dei professori ebrei (sul muro fuori dalla zona liberata, sono stati appesi i volantini con gli ostaggi di Hamas, prigionieri). La deputata ha detto di essere molto orgogliosa di sua figlia e ha ribadito che questa lotta è la più efficace contro i censori conservatori del pensiero.     

 

La “Squad” rivendica i suoi successi, dice di essere espressione della visione prevalente dentro al Partito democratico che è contraria al sostegno della Casa Bianca a Israele e denuncia l’inefficacia di Biden nel contenere il governo di Benjamin Netanyahu: per questo ha votato contro gli aiuti militari a Israele, che pure sono stati firmati da Biden e che prevedono gli aiuti umanitari per Gaza che i repubblicani osteggiavano. Gli strateghi del Partito democratico sono molto preoccupati, fanno indagini su indagini per capire quanto questa opposizione interna possa danneggiare la rielezione di Biden negli stati contesi. Più passa il tempoe  più si preoccupano. Le proteste universitarie contribuiscono a questa agitazione, oltre che al grande paradosso di questa opposizione interna dentro al Partito democratico, guidata da chi si sente il più puro tra gli antitrumpiani: l’alternativa a Biden è Trump. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi