Nataliya Kudryk e Carlo Calenda - foto Twitter

L'intervista

La libertà ucraina è libertà europea, ci dice Natalya Kudryk di Azione

Maurizio Stefanini

Candidata con il partito di Carlo Calenda, potrebbe essere la prima donna ucraina a essere eletta al Parlamento europeo: "La guerra può finire solo con la vittoria dell’Ucraina e la liberazione dei territori occupati. Se vincesse la Russia la guerra continuerebbe, anche fuori dall’Ucraina"

Giornalista di Radio Free Europe - Radio Liberty, Nataliya Kudryk è una dei commentatori ucraini che più è stata ospitata nelle televisioni italiane dopo l’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina. Kudryk potrebbe essere la prima ucraina al Parlamento europeo, come candidata in Italia centrale: “Sono stata contattata da Azione, che ha messo come primo punto del suo programma l’impegno ad assicurare all’Ucraina i mezzi per contrastare l’aggressione russa e riconquistare le parti del suo territorio ancora sotto il controllo di Putin”, dice al Foglio: “Mi hanno proposto di rappresentare nelle liste elettorali il senso di questo impegno. Ho detto sì: oggi difendere la libertà degli ucraini significa difendere la libertà degli italiani e degli europei”.

 

 

Poco dopo l’attacco del 24 febbraio 2022 Kudryk ricordò in tv: “La tragedia in Ucraina è iniziata otto anni fa e alla politica italiana non interessava. Ricordo che quando in Parlamento c’erano le audizioni dei parenti dei prigionieri politici che gli uomini di Putin torturano in Crimea, l’aula era quasi vuota, nessun partito era interessato”. E ora? “Malgrado l’Italia avesse sostenuto le sanzioni dopo l’invasione del Donbas e l’annessione della Crimea nel 2014, il giudizio sulla Russia e sulla natura del regime putiniano ha continuato a essere benevolo. Le cosiddette ‘misure attive’ del Cremlino, cioè le attività di infiltrazione del sistema della politica, dell’accademia, dell’informazione e della comunicazione, avviate già nella stagione sovietica, hanno desensibilizzato l’opinione pubblica e ridotto la percezione del pericolo”.
 

Luciano Canfora è in tribunale dopo avere definito Giorgia Meloni “neonazista nell’anima” per essersi “subito schierata con i neonazisti ucraini”. Però lo ha detto poco dopo aver scritto un libro filorusso assieme a un giornalista di destra. “Il fatto che esponenti dell’estrema sinistra e dell’estrema destra sostengano le stesse tesi è la dimostrazione che non c’è solo un problema di comunicazione, ma di ricostruzione ideologica della realtà dei fatti – dice Kudryk –  L’Ucraina non sta combattendo una guerra per procura dell’occidente, come moltissimi in occidente sostengono riproducendo il racconto del Cremlino. Si sta difendendo in una guerra scatenata contro l’affronto, come tale percepito da Mosca, dello sganciamento dell’Ucraina dal protettorato russo. ‘Nazista’ è il modo in cui i russi chiamano chiunque non riconosca il potere superiore di Mosca. Con i veri nazisti l’imperialismo russo è sempre sceso volentieri a patti. Si pensi al patto Molotov-Ribbentrop  del 1939 per spartirsi la Polonia”.
In occidente sta crescendo una narrazione sull’“Ucraina che non ce la può fare” e dunque “prima si arrende meno danno riceve”
. “È un prodotto di successo della propaganda russa. Ma i fatti hanno dimostrato il contrario”, dice Kudryk, che ci spiega come l’aggressione russa abbia cambiato l’Ucraina: “La cosa più significativa è che si è rafforzata l’identità nazionale degli ucraini e la coscienza di una visione e di una appartenenza europea.
 

Gli ucraini hanno capito che la loro lingua e la loro storia sono importanti. Molti russofoni hanno iniziato a parlare in ucraino. È aumentata la responsabilità civile verso il paese e la sua difesa”. Ci sono veri pacifisti in Italia? “Ci sono vari pacifismi: c’è quello morale e religioso, che è anche il più rispettabile. C’è poi un pacifismo ideologico, legato alla tradizione comunista. C’è poi un pacifismo che definirei affaristico, di chi pensa e dice che questa guerra è una grande perdita di soldi e di occasioni. Il filo comune è la cecità politica sulle conseguenze che deriverebbero non per gli ucraini, ma per tutti gli europei dal riconoscimento che Putin può farla da padrone. In ogni caso la cosa che più mi colpisce nei pacifisti è la sottovalutazione delle vite umane che gli aiuti militari riescono non a sopprimere, ma a salvare”.
 

Chiediamo a Kudryk come valuta il modo in cui i media italiani hanno raccontato la guerra contro l’Ucraina e ci risponde: “Ho apprezzato molti colleghi che hanno seguito la guerra sul campo, che hanno fatti ottimi reportage e raccolto testimonianze importanti. Alcune testate e alcune trasmissioni televisive hanno dato alle posizioni filorusse e antiucraine più spazio di quello che forse rappresentano nella società italiana, proprio perché queste posizioni sono molto influenti nel sistema dei media, dell’industria culturale ed editoriale e anche nell’accademia universitaria”. Come potrà finire questa guerra? “Può finire solo con la vittoria dell’Ucraina e la liberazione dei territori occupati, perché con quella della Russia la guerra continuerebbe, sia in Ucraina sia fuori dall’Ucraina”.