Aula magna "Gaza"
Occupata Sciences Po al grido "Israel assassin", con il sostegno dei mélenchonisti
Da mercoledì sera gli studenti sono in sit-in nel cortile dell'università: chiedono lo stop alle collaborazioni con "istituzioni o entità" ritenute "complici dell’oppressione sistemica del popolo palestinese". Alcuni ragazzi sono stati aizzati da esponenti di France insoumise
Parigi. Kefiah in testa, bandiere palestinesi alle finestre, e un grido: “Israël assassin”. Sciences Po Paris, la scuola-fornace delle élite francesi, è al centro di una mobilitazione pro palestinese condotta da decine di studenti del collettivo Comité Palestine de Sciences Po, che chiede alla direzione dell’istituto “una chiara condanna delle azioni di Israele”, “la fine della collaborazione” con tutte le “istituzioni o entità” ritenute “complici dell’oppressione sistemica del popolo palestinese”, così come la fine della “repressione delle voci pro palestinesi nel campus”. Il gruppuscolo si ispira alle proteste in corso in molti atenei americani, da Harvard alla Columbia, dove centinaia di studenti anti israeliani stanno occupando le aule e bloccando le lezioni “in solidarietà con il popolo palestinese”. “Siamo qui per l’onore della Palestina e per tutti quelli che vengono assassinati”, ha scritto su X Révolution permanente, organizzazione politica trotzkista, postando le immagini della protesta francese.
Tutto è iniziato mercoledì sera, quando un gruppo di studenti ha montato una decina di tende nel cortile di un edificio secondario di Sciences Po Paris, situato a place Saint-Thomas d’Aquin. La mobilitazione, debuttata verso le 17, è terminata dopo mezzanotte in seguito all’intervento della polizia, che ha espulso gli studenti più ostinati. Giovedì, sempre su impulso del Comité Palestine Sciences Po, l’occupazione pro Palestina si è spostata a rue Saint-Guillaume, nella sede storica dell’istituto. Dopo la chiusura dei cancelli dell’edificio, circa ottanta studenti si sono dati appuntamento in strada per portare cuscini e generi alimentari ai loro “compagni”, rimasti all’interno di Sciences Po dopo la votazione di una nuova occupazione in un’assemblea generale tenutasi alle 19. Venerdì pomeriggio, la mobilitazione era ancora in corso, con decine di manifestanti all’interno dell’edificio principale di Sciences Po Paris che hanno srotolato bandiere palestinesi e striscioni contro quello che definiscono “il genocidio di Gaza”.
Altri studenti si trovavano all’esterno, aizzati da alcuni esponenti della France insoumise (Lfi), il partito della sinistra radicale francese guidato da Jean-Luc Mélenchon. La militante franco-palestinese Rima Hassan, candidata alle europee con la formazione mélenchonista e nota per le sue simpatie pro Hamas, è stata accolta al grido di “Rima Rima, Sciences Po est avec toi!”. “Questi studenti stanno difendendo l’onore della Francia”, ha dichiarato l’esponente mélenchonista. Di “onore per il paese” ha parlato anche Mélenchon in un messaggio audio fatto ascoltare agli studenti dal deputato Thomas Portes, venuto anch’egli a fomentare la folla (il leader di Lfi si trova ora in Armenia). Attorno alle 16, si sono registrati momenti di tensione quando un gruppo di manifestanti filoisraeliani, membri del collettivo “Nous vivrons”, che si è formato all’indomani dei massacri del 7 ottobre in Israele, è arrivato a rue Saint-Guillaume. Uomini e donne, di età compresa tra i 40 e i 50 anni, reggevano cartelli con le bandiere palestinese e israeliana insieme, gridando “Liberate Gaza da Hamas!”. Dietro il gruppo, altri attivisti sventolavano bandiere israeliane e foto di ostaggi detenuti a Gaza. Rapidamente, gli attivisti pro Palestina si sono interposti, facendo schermo con delle bandiere palestinesi e costringendo la polizia antisommossa a intervenire per riportare la calma. La direzione di Sciences Po Paris ha annunciato che le lezioni in presenza sono sospese sine die, condannando con fermezza “queste azioni studentesche, che impediscono il regolare funzionamento dell’istituto e penalizzano gli studenti, il corpo docente e i dipendenti di Sciences Po”. La ministra dell’Università, Sylvie Retailleau, ha detto che “sono state superate delle linee rosse”, chiedendo l’immediata fine dei blocchi.
La scuola di rue Saint-Guillaume, il mese scorso, era già stata protagonista di un episodio increscioso. Nell’aula magna, ribattezzata “Gaza”, si era tenuta una manifestazione non autorizzata pro Palestina, dalla quale una studentessa ebrea era stata espulsa al grido di “vattene sionista!”. I fatti avevano spinto il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a intervenire, definendo “assolutamente intollerabili” le frasi rivolte all’allieva, e più in generale il clima dal retrogusto antisemita che aleggia a Sciences Po.
Dalle piazze ai palazzi