ASSE L'AVANA-MOSCA
La truffa di Putin ai danni di Cuba. Il battaglione di ammutinati
I russi arruolano centinaia di cubani come mercenari tra le fila del proprio esercito, promettendo stipendi e benefici per l'immigrazione. Ma il più delle volte queste proposte si rivelano delle grandissime truffe
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ieri era l’unico leader proveniente da un paese di cultura occidentale alle celebrazioni a Mosca per la vittoria dell’Urss nella Seconda guerra mondiale, assieme quelli di sei ex repubbliche sovietiche, Laos e Guinea Bissau. Dallo stesso Díaz-Canel definito una “pietra miliare” nelle relazioni bilaterali, il viaggio in Russia è un ringraziamento per l’aiuto che Vladimir Putin ha deciso di dare all’alleato in un momento di crisi gravissima che sta portando a un boom sia nell’emigrazione, sia nelle proteste, sia nella repressione. Con interruzioni continue di corrente che durano fino a 10 ore al giorno, il 17 marzo scorso è arrivata nell’isola di Cuba dalla Russia una fornitura di 650 mila barili di petrolio, per un valore da 50 milioni di dollari, e due settimane dopo un altro carico da 90 mila barili, mentre il ministro del Commercio estero Ricardo Cabrisas precedeva Díaz-Canel al Cremlino per ottenere un nuovo prestito di importo non reso noto, al fine di “garantire un approvvigionamento stabile di petrolio, prodotti petroliferi, grano e fertilizzanti”.
Ma intanto, secondo le informazioni arrivate al sito Rbc Ucraina da fonti dietro le linee nemiche, i cubani membri del 428° reggimento di fucilieri motorizzati in linea nel settore di Pokrovsk, nell’area di Donetsk, si sarebbero ammutinati e avrebbero ucciso il loro comandante, perché gli infliggeva regolarmente umiliazioni e percosse e confiscava i loro stipendi. Nonostante i pochi dettagli che il rapporto offre, il contesto a cui si riferisce coincide con la denuncia di pochi giorni prima da parte di un cubano arruolato, che ha esortato i connazionali arruolati a deporre le armi e i cittadini dell’isola a non cadere nella “truffa”. “Questo è un messaggio per tutti i soldati cubani che sono qui in Ucraina. Sono qui in guerra da un po’ di tempo e vi dirò che ci stanno truffando”, ha detto il mercenario, con il volto coperto e con accento orientale cubano, in un video pubblicato dall’influencer Alain Paparazzi Cubano e recensito da América Tevé. “Non ci pagano. Molti dei miei amici sono morti in combattimento e non ci pagano davvero”. “Non vogliono darci i documenti. Ci stanno rubando i nostri soldi, per il sacrificio per cui siamo qui. Davvero non stanno facendo le cose bene. Continuano a truffarci, continuano a ingannarci. Continuiamo morire”, insisteva.
Il reclutamento di centinaia di cubani come mercenari da parte dell’esercito russo è stato scoperto nell’estate del 2023. L’Avana ha dovuto rispondere quando la denuncia online di due giovani cubani, presumibilmente ingannati con promesse di lavoro e poi costretti a combattere per Mosca, ha provocato uno scandalo internazionale. Nel settembre del 2023, il governo cubano ha annunciato l’arresto di 17 persone associate a una rete di trafficanti cubani che presumibilmente attirava giovani sull’isola per reclutarli attraverso Mosca. Ma settimane dopo si è appreso che molti dei detenuti erano stati rilasciati senza accusa. Da allora, le autorità dell’Avana non hanno più menzionato la questione. Né si è interrotto il flusso opaco di cubani verso la Russia. A marzo, l’Ucraina ha invitato i governi di diversi paesi a fare di più per impedire che i propri cittadini vengano reclutati per combattere come carne da macello per la Russia, presentando pubblicamente quelli che ha identificato come otto prigionieri di guerra stranieri, tra cui un cubano. Il cubano esposto ai media nazionali e internazionali è Frank Darío, originario di Guantánamo, secondo le sue dichiarazioni contenute in un video interrogatorio che era stato precedentemente diffuso. Il giovane di 35 anni sarebbe stato catturato dalle truppe ucraine nella zona di Marinka, sempre nella regione di Donetsk. Il media indipendente elToque ha poi intervistato sette cubani bloccati a Mosca che affermano di essere stati reclutati con l’inganno per combattere in territorio ucraino con l’esercito russo, e di essere stati truffati. Avevano ricevuto la promessa di uno stipendio intero e di benefici per l’immigrazione, adesso dormono nei terminal degli autobus o in aeroporto.