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editoriali

Il regista Rasoulof è fuggito dall'Iran dove era condannato. Il film sulle proteste

redazione

Il regista ha dedicato assieme al suo amico e collega Jafar Panahi la sua vita a combattere la repressione del governo iraniano. È scappato da Teheran e dice di essere finalmente “in un luogo sicuro”. “Da oggi risiedo nell’Iran culturale”

Ho dovuto scegliere tra la prigione e lasciare l’Iran. Con il cuore pesante, ho scelto l’esilio”, ha detto lunedì il regista iraniano Mohammad Rasoulof, che soltanto una settimana fa era stato condannato a otto anni di carcere e fustigazione per i suoi film. Con un video su Instagram ha annunciato la sua fuga per arrivare in Europa – nel 2017 il regime gli ha confiscato il passaporto impedendogli di lasciare il paese – probabilmente ha attraversato il confine con la Turchia come moltissimi dissidenti iraniani che tentano di fuggire da Teheran.

Rasoulof è uno dei più famosi registi iraniani e ha dedicato assieme al suo amico e collega Jafar Panahi la sua vita a combattere la repressione del governo iraniano: il loro primo arresto risale al 2010. Per gli ayatollah, Rasoulof è un propagandista della libertà contro il regime, i suoi film sono “illegali” e per questo motivo nessuno è mai stato proiettato in Iran. Il suo Il male non esiste, diviso in quattro episodi sulla pena di morte in Iran, ha vinto nel 2020 l’Orso d’oro al Festival di Berlino, ma la sua sedia era vuota perché le autorità gli impedirono di lasciare il paese e così il premio fu ritirato da sua figlia, protagonista del film.

Ora il regista dice di essere finalmente “in un luogo sicuro” dopo un viaggio lungo e difficile, “da oggi risiedo nell’Iran culturale”, scrive nella didascalia di un video che mostra un rifugio nelle montagne innevate: “Se l’Iran geografico soffre sotto gli stivali della vostra tirannia religiosa, l’Iran culturale è vivo nelle menti di milioni di iraniani che sono stati costretti all’esilio a causa della vostra brutalità e nessun potere può imporgli la propria volontà”.

Ieri si è aperto il festival di Cannes e, secondo il suo avvocato, Rasoulof sarà presente all’anteprima del suo film in concorso Il seme del fico sacro in programma per il 24 maggio, sulle proteste dopo la morte di Mahsa Amini nel 2022. Agli ayatollah il regista dissidente scrive che ora si è unito agli iraniani in esilio che stanno “aspettando con impazienza di seppellire voi e la vostra macchina di oppressione nelle profondità della storia”.        

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