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in germania

La multa a Höcke e la strategia che serve contro l'AfD

Daniel Mosseri

Il tribunale regionale di Halle ha giudicato il leader del partito in Turingia colpevole di aver “intenzionalmente utilizzato ex slogan di una formazione paramilitare nazista”. Mentre il numero dei potenziali elettori cresce la dirigenza dei sovranisti diventa ogni giorno più impresentabile

Berlino. Una multa da 13mila euro e l’avvio di una nuova campagna di AfD, il partito sovranista tedesco, contro i soprusi antidemocratici dei partiti democratici di Germania. E’ questo il doppio esito della sentenza con cui il tribunale regionale di Halle ha trovato Björn Höcke colpevole di aver “intenzionalmente utilizzato ex slogan di una formazione paramilitare nazista”. Parliamo delle SA, braccio armato dell’ascesa al potere di Adolf Hitler e del loro motto Alles für Deutschland, e parliamo del leader di AfD in Turingia. “Ho la sensazione di essere una persona politicamente perseguitata”, ha commentato il famigerato Höcke uscito da un bagno di vittimismo. Come dargli torto? Nel giro di pochi mesi, dapprima l’AfD in Turingia e poi quella in Sassonia sono state indicate dai servizi di intelligence (BfV) della Repubblica federale come organizzazioni estremiste. Prima ancora era successo all’“Ala”, la corrente revanscista (poi sciolta) di AfD già guidata, guarda caso, dallo stesso Höcke. Nel gestire le intemperanze verbali del partito più a destra dello schieramento politico, la Germania non sa che pesci prendere: al Bundestag la formazione nata euroscettica e diventata negli anni apertamente xenofobico è il secondo partito d’opposizione dopo la Cdu. Sondaggi alla mano, se domani si votasse la Cdu finirebbe per formare il governo con i socialdemocratici e/o con i Verdi, e AfD diventerebbe ufficialmente il primo partito d’opposizione. Che oggi, unico tra gli altri partiti al Bundestag, non esprime un vicepresidente dell’assemblea. Merito o colpa del cordone sanitario steso attorno al partito sovranista dieci anni fa e mai venuto giù. Un cordone che però non ha funzionato. Al contrario. Mentre il numero dei potenziali elettori sovranisti cresce – e non sono tutti fascisti – la dirigenza di AfD diventa ogni giorno più impresentabile. A Berlino serve una nuova strategia: quella impostata dal bavarese Franz Joseph Strauß negli anni ‘80 – “nessun partito democratico a destra di Cdu/Csu” – non funziona più. 

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