l'intervista
Così l'odio antiebraico destabilizza l'Europa. Intervista al rabbino Pinchas Goldschmidt
Parla il presidente della Conferenza rabbinica europea: “C'è un antisemitismo nuovo, perché politicamente corretto e parte del discorso mainstream, per questo è molto pericoloso”
Il muro dei Giusti presso il Memoriale dell’Olocausto di Parigi è stato vandalizzato con le mani rosse, riferimento diretto al massacro da parte della folla palestinese di due riservisti israeliani a Ramallah il 12 ottobre 2000, all’inizio della Seconda Intifada. Uno degli assassini mostrò le mani insanguinate dalla finestra della stazione di polizia dove furono uccisi i soldati, uno dei quali fu impiccato e l’altro linciato. Il presidente del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Yonathan Arfi, ha denunciato: “Il simbolo delle mani insanguinate dei terroristi che linciarono due soldati israeliani nell’ottobre del 2000 risuona come un grido di battaglia odioso contro gli ebrei. Abietto!”.
Il leader dei deputati macroniani, Sylvain Maillard, ha parlato di “un atto indicibile”. “Disgustoso”, secondo Olivier Faure, segretario del Partito socialista. E’ intervenuta anche la portavoce del governo, Prisca Thévenot: “A tutti coloro che dicevano che le mani rosse non erano un simbolo antisemita. A tutti coloro che li hanno giustificati. Eccoli affissi al Muro dei Giusti presso il Memoriale della Shoah. L’antisemitismo nella sua forma più sfrenata”. Ieri anche alla Sapienza gli studenti in corteo hanno lasciato impronte di mani sporche di vernice rossa davanti al rettorato. Come a Ca’ Foscari, assieme agli striscioni “fuori il sionismo dalle università”.
“E’ un antisemitismo nuovo, perché politicamente corretto e parte del discorso mainstream, per questo è molto pericoloso”, dice al Foglio il rabbino Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza rabbinica europea, insignito del Premio Carlo Magno. Goldschmidt è stato il capo della comunità ebraica di Mosca dal 1993 al 2022, quando ha deciso di lasciare il paese a causa della guerra in Ucraina. “Dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre, l’antisemitismo è divampato in un modo che mette seriamente in pericolo la sicurezza e la libertà della vita ebraica”, ci spiega Goldschmidt. “Si presenta nella sua forma antica, razzista classica, ma assume anche nuove vesti”. “Come ‘antisionismo’, ‘critica di Israele’, ‘boicottaggio’. Si diffonde in discipline come gli studi postcoloniali. Si veste di morale, contro l’imperialismo, il capitalismo, la globalizzazione. In passato era facile identificare un antisemita. Bastava che aprisse bocca. Le persone nate in Unione sovietica sanno che l’antisionismo era usato come antisemitismo, ma ora chi manifesta nelle università in Europa e America non se ne rende conto. Parlano di ‘giudeo-nazisti’, una espressione usata dalla propaganda sovietica al tempo della Guerra fredda”.
Qualcuno immagina una fine della vita ebraica in Europa. “Non penso, ma temo che alle parole seguano gli atti, come abbiamo già visto”, ci dice Goldschmidt. “A Berlino ci sono stati molti tentativi di attacchi che sono stati sventati dalla polizia e uno dei maggiori colpevoli di questa atmosfera è l’Iran, perché pianifica gli attacchi alle scuole e ai diplomatici ebrei, ma anche perché le sue Guardie rivoluzionarie sono dei terroristi, ma pochi paesi europei sono disposti ad agire”.
Goldschmidt invita gli europei a pensare all’antisemitismo non solo come a un problema ebraico. “Non penso che l’obiettivo di queste dimostrazioni siano solo gli ebrei, ci sono molti utili idioti nelle università e nei paesi che destabilizzano, l’antisemitismo è un mezzo e il fine è la destabilizzazione della vita politica in Europa e America. L’antisemitismo è un sismografo. L’estremismo di destra e di sinistra e soprattutto l’islam radicale non solo mettono in pericolo la vita ebraica in Europa, ma ne minacciano la sicurezza, la libertà e il futuro”.