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le destre europee a pezzi

"I tedeschi questa volta hanno esagerato”. Salvini segue Le Pen e molla l'AfD

Pietro Guastamacchia

Il leader della Lega scarica il partito tedesco e con il Rassemblement National bussa alla porta della destra responsabile a Bruxelles. Una mossa che mette i bastoni tra le ruote alle trattative bilaterali tra Meloni e i popolari

Salvini segue Le Pen e molla l’AfD. La leader dei sovranisti francesi apre una faida all'interno del gruppo Identità e Democrazia e la Lega, messa alle strette, sceglie il campo dei francesi. “I tedeschi questa volta hanno esagerato”, spiegano al Foglio fonti leghiste a Bruxelles, confermando che in cantiere c’è anche una prossima espulsione dell’AfD dal gruppo dei sovranisti Ue guidato dal leghista Marco Zanni.

La scelta di Le Pen è stata confermata dal presidente del Rassemblement National e candidato guida alle europee, Jordan Bardella, che ha fatto sapere di aver deciso “di non voler più sedere con i tedeschi dell'AfD” al Parlamento europeo, come ha riferito il direttore della sua campagna elettorale, Alexandre Loubet.

La rottura del Rassemblement National con gli alleati tedeschi arriva in seguito alle controverse dichiarazioni sulle colpe delle SS rilasciate dal leader dell’AfD Maximillian Krah, già indagato per i suoi contatti con Russia e Cina. La bomba lanciata dai lepenisti sembrava inizialmente una virata di Le Pen verso l'Ecr, il gruppo europeo di Giorgia Meloni, ma il posizionamento tattico di Matteo Salvini apre invece un cantiere generale in tutta la destra europea a meno di tre settimane dalle elezioni. "Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi", fanno sapere dalla Lega dopo lo strappo del Rassemblement National.

Con l’AfD confinata nel ruolo degli impresentabili, Le Pen e Salvini si spostano dunque verso il campo della "destra responsabile" a Bruxelles, mettendo i bastoni tra le ruote alle trattative bilaterali tra Meloni e i popolari. Smarcandosi dall’AfD, infatti, Salvini e Le Pen bussano al tavolo della trattativa sulle future alleanze, costituendo però un blocco troppo esteso per essere digerito dal Ppe senza alterare in maniera strutturale gli equilibri nella famiglia dei popolari.